Il bilancio 2005 del gruppo Gucci è il primo a fare interamente riferimento a Robert Polet, presidente e AD del gruppo dall'ottobre 2004. Positivi i risultati con ricavi in crescita del 12% a oltre 3 miliardi di euro e un utile operativo passato dal 10,6 al 12,8%. Ma è soprattutto il marchio Gucci a fare da traino al gruppo con 1,8 miliardi di fatturato (+13,6%) e un utile operativo di 485 milioni, il 26,9% dei ricavi.
Dottor Polet, partiamo proprio dal marchio Gucci. Ha mantenuto le promesse che lei aveva fatto a fine 2004?
Gucci è il marchio più importante del nostro portafoglio. E ha avuto una crescita spettacolare. Nel 2004 avevo indicato un aumento medio del 10% all'anno: l'ultimo esercizio si è chiuso con un incremento a cambi costanti del 18,4%.
Una corsa trainata soprattutto dagli accessori?
I prodotti in pelle rappresentano il 54% del fatturato del marchio Gucci e l'anno scorso le vendite sono salite del 26,5%. Per le scarpe l'aumento è del 20%. Una crescita enorme.
Realizzata su quali mercati?
Nel Nord America, che per Gucci rappresenta il 20% dei ricavi, l'aumento è stato del 15%. Nel Far East, Giappone escluso, abbiamo avuto un aumento del 28,5% e anche quest'area concentra il 20% dei ricavi. In Giappone lo sviluppo è stato dell' 11 % e in Europa del 14%.
Passando agli altri marchi italiani, la grande sorpresa del 2005 è Bottega Veneta.
Ha raggiunto il break even con due anni di anticipo sulle previsioni: 160 milioni di ricavi l'anno scorso (+77%) e un utile operativo di 14 milioni. Triplicato, se pensiamo che nel 2004 c'era ancora una perdita di 7 milioni.
Gli altri marchi del gruppo come sono andati?
Sergio Rossi, Boucheron, Alexander McQueen, Stella McCartney hanno registrato una crescita importante del 28% e hanno tagliato le perdite da 39 a 13 milioni di euro: complessivamente, con Balenciaga, il fatturato è stato di 294 milioni contro i 233 del 2004. La previsione è che tutti raggiungano il break even nel 2007. A quel punto saremo in grado di investire in modo più massiccio in nuove risorse e nella loro rete di negozi.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 14/03/06 a cura di Pambianconews