Dopo un 2000 pieno di soddisfazioni, le aziende stanno vivendo una fase di incertezza e in questi giorni capiranno quali sono le prospettive per l’anno prossimo.
Da oggi, il settore propone le novità per la maglieria della stagione a/i 2002/2003 a Pitti immagine filati: 98 imprese di cui 72 italiane espongono le collezioni di 124 marchi.
In Italia si producono ogni anno oltre un milione di tonnellate di filati e circa 375mila tonnellate è destinato alla maglieria. La crescita nel 2000 è stata spinta dalle esportazioni di filati, salite a 5.200 miliardi di lire con un incremento del 23% rispetto al ’99 e le mportazioni sono aumentate ancora più velocemente:+28% ab 4.900 miliardi di lire.
Sul forte incremento dei ricavi all’estero l’anno scorso hanno inciso anche gli aumenti dei prezzi delle materie prime e il caro-dollaro, che in parte si sono trasferiti sui filati e a cascata sugli altri prodotti tessili.
L’anno scorso le quotazioni delle fibre sono cresciute del 30%, ma l’inizio di quest’anno la tendenza si è invertita. A maggio i listini erano diminuiti del 13,9% in dollari e del 5,2% in euro rispetto ad un anno prima.
Per la lana si è passati dagli 8,5 dollari australiani al chilo registrati all’inizio della primavera agli otto di oggi e anche se il prezzo resta ancora alto si assicura un recupero dei margini di guadagno alle filature.