La macchina del sistema moda avanza con fatica, ma non mancano segnali positivi. Produzione, fatturato ed esportazioni hanno fatto registrare nei primi tre mesi dell'anno una brusca caduta, le note positive arrivano dagli ordini e dalle vendite al dettaglio. E quanto emerge dall'indagine congiunturale sul settore, realizzata per conto di Pitti Immagine e diffusa alla vigilia della 62esima edizione della rassegna fiorentina sull'abbigliamento maschile, in programma da oggi con la presenza di 669 aziende e 756 marchi, 252 dei quali stranieri.
«L'inizio del 2002 ha risentito delle tensioni accumulate prima e dopo l'11 settembre 2001, commenta Gaetano Marzotto, presidente di Pitti Immagine, ma è confortante che sia in atto una ripresa degli ordini intorno al 4%, perché questo fatto perché questo fattore insieme al buon andamento delle vendite al dettaglio, anch'esse aumentate del 2,1 per cento, mette le imprese della filiera in una prospettiva più serena e lascia prevedere una vera e propria inversione di tendenza».
Per quanto riguarda l'abbigliamento maschile, il 2001 si è chiuso con valori pressochè tutti positivi: 8,789 miliardi di euro di valore della produzione (+0,8%), 5,748 miliardi di esportazioni (+11%), 3,386 miliardi d'importazioni (+13,9%), con un saldo attivo di 2,362 miliardi.