Ovs archivia l’anno della pandemia e dei lockdown che hanno comportato la chiusura dei negozi di abbigliamento per diversi mesi con un risultato tutto sommato di tenuta e guarda al 2021 con moderato ottimismo per il recupero della redditività. Le vendite realizzate dal gruppo guidato da Stefano Beraldo nel 2020 si sono attestate a 1,02 miliardi di euro, in diminuzione del 25,7% rispetto al 2019, a fronte di orari di apertura in diminuzione del 27 per cento. “Considerando gli effettivi orari in cui i punti vendita sono stati aperti, le vendite a parità sono state positive, come dimostrato anche dalle performance registrate nel terzo trimestre, caratterizzato da mesi che hanno visto minori restrizioni e che hanno riportato vendite in crescita del +6,1% sullo stesso trimestre 2019”, sottolinea la nota del gruppo veneto.
Un risultato, precisano inoltre da Ovs, migliore della media del mercato che è stata del 36% escludendo l’e-commerce. Le vendite online rappresentano un capitolo a parte, anche per Ovs. L’e-commerce sul sito è cresciuto del 63 per cento. Nel complesso, dunque, il 2020 si è rivelato un anno interessante per la realtà veneta che ha aumentato la quota di mercato, passando dall’8,1% all’8,4%, un risultato definito “superiore a quella realizzata negli scorsi anni, pur in assenza di incremento delle superfici, ma anzi con una riduzione di negozi a gestione diretta in Italia pari a 9 unità. Riteniamo che i risultati ottenuti tanto in termini di vendite che di redditività siano da considerarsi soddisfacenti tenuto conto delle condizioni esterne”, precisa la nota. Sempre sul fronte dei risultati economici dell’anno, le vendite del brand Upim sono calate in misura minore rispetto a quelle del brand Ovs (-19,7% a 202,8 milioni di euro quelle di Upim e -27% a 815,6 milioni di euro quelle di Ovs) grazie al maggior peso del canale in franchising, principalmente dedicato al segmento bambino e quindi meno soggetto a chiusure, e alla minor presenza negli shoppingmall, location che hanno subito maggiori restrizioni rispetto alle altre. L’ebitda rettificato ammonta 72,9 milioni di euro, in calo di oltre il 50% rispetto ai 156,3 milioni di euro del 2019.
Per il 2021 l’AD Stefano Beraldo si aspetta un andamento del primo trimestre “che continuerà a sovraperformare il mercato dell’abbigliamento in Italia e un andamento della redditività in marcato recupero rispetto a quella del 2020″.
“Vediamo ancora opportunità di crescita di quota di mercato nel canale fisico, dove la penetrazione in Italia risulta essere ancora inferiore rispetto a gruppi leader nei rispettivi mercati domestici in Europa”, ha aggiunto Beraldo spiegando poi che “il consolidamento del mercato potrà avvenire con accordi o acquisizioni di aziende interessate a cercare sinergie o interessate a cedere la loro attività”.
In Borsa il titolo è schizzato, guadagnando in mattinata quasi il 10 per cento.