Polarizzazione dei consumi, evoluzione dei canali, acquisto programmato e volto alla gratificazione personale. Questi i punti chiave emersi dall’annuale ricerca condotta da Gfk per Assorologi sugli acquisti di orologi da polso in Italia. Nel 2012 nello Stivale sono stati venduti (agli italiani, i turisti sono esclusi dall’indagine) 6,9 milioni di orologi (-4%) per un valore di 1,14 miliardi di euro (-3,6%), con un prezzo medio stabile di 163 euro. La lieve flessione registrata sia in quantità sia in valore conferma il trend negativo del 2011, ma per i rilevatori non è strutturale bensì congiunturale, ovvero risente del momento critico dei consumi in Italia in generale.
A livello di fasce di prezzo, quella più alta (superiore ai 250 euro) aumenta in valore, mentre quella medio-bassa in quantità: segno di una sempre maggiore polarizzazione dei consumi. In quest’ottica, si riscontrano buone performance degli orologi con movimento manuale/automatico, dei cronografi e dei complicati rispetto ai solo tempo, e dei modelli con cinturino in titanio e ceramica oppure in plastica. I canali di distribuzione evidenziano un peso crescente di Internet, raddoppiato rispetto al 2012, mentre le gioiellerie e orologerie tradizionali, pur restando il cuore del mercato, perdono terreno rispetto al passato. Gli acquisti risultano poi sempre più programmati e destinati all’“auto-consumo”. Nella decisione d’acquisto è crescente l’attenzione al design e al prezzo e si conferma l’importanza della brand awareness. Questo aspetto rende fiduciosi su un ritorno allo shopping delle marche preferite una volta passato il periodo di crisi.
“Così come fatto lo scorso anno – afferma il presidente Assorologi Mario Peserico – mi sembra giusto evidenziare che l’orologeria tutto sommato tiene molto meglio di altri comparti. Il settore si augura che le travagliate vicende politico istituzionali possano risolversi rapidamente e consentire l’adozione di misure mirate all’incentivazione e alla crescita dei consumi, a partire dalle politiche fiscali”.