Le esportazioni di orologi svizzeri crescono nel mese di novembre, nonostante la flessione della Cina, avvicinandosi a un nuovo record annuale per il terzo anno consecutivo. Secondo i dati della Federazione orologiera svizzera, a novembre, l’export di lancette elvetiche ha segnato un +3,1% su base annua, a 2,5 miliardi di franchi svizzeri (2,6 miliardi di euro), alimentato dalla domanda negli Stati Uniti (+1% circa) e a Hong Kong (+12,9 per cento). Nell’Ex Celeste Impero, invece, sono diminuite del 3,7% rispetto a novembre 2022. “Nonostante un tasso di crescita più moderato dalla scorsa estate”, il settore dell’orologeria svizzera ha visto le sue esportazioni crescere del 7,7% in undici mesi rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, anche se la base di confronto era elevata, dopo “la performance già notevole registrata nel 2022”, aggiunge la Federazione.
Da gennaio a fine novembre, il valore delle esportazioni è arrivato quasi a 24,6 miliardi di franchi, avvicinandosi al record del 2022. Le vendite all’estero di orologi svizzeri hanno evidenziato dei record nel 2021 e nel 2022, lasciandosi alle spalle gli stop dettati dalla pandemia di Covid-19 nel 2020. Nel 2022 il loro valore è salito a 24,8 miliardi di franchi, registrando una crescita dell’11,4%, dopo un rimbalzo del 31,2% nel 2021. Nel 2023 ha continuato a crescere, nonostante una breve flessione nel mese di luglio.
Contestualmente ai dati di settore, nelle scorse ore le principali agenzie hanno diffuso la notizia di una maxi-multa ricevuta da Rolex in Francia. L’autorità garante della concorrenza ha infatti imposto alla maison di Ginevra una sanzione di 91,6 milioni di euro per aver vietato ai suoi distributori autorizzati di vendere i suoi prodotti online sull’arco di oltre dieci anni. L’ammenda è accompagnata da un’ingiunzione di comunicazione e pubblicazione, ha indicato oggi l’agenzia amministrativa. Il caso era stato sottoposto a verifica da un’associazione commerciale (l’Union de la Bijouterie Horlogerie) e da una gioielleria con sede a Marsiglia (la Pellegrin & Fils).
L’autorità “ritiene che le disposizioni del contratto di distribuzione selettiva tra Rolex France e i suoi distributori costituiscano un accordo verticale che limita la concorrenza”. I funzionari hanno respinto l’argomentazione avanzata dalla filiale francese del produttore ginevrino “che consisteva nel giustificare il divieto di vendita sul web con la necessità di combattere la contraffazione e il commercio parallelo”. L’autorità francese osserva che i principali concorrenti di Rolex, che corrono gli stessi rischi, autorizzano la vendita su internet dei loro prodotti a determinate condizioni. Gli obiettivi indicati possono quindi “essere raggiunti con mezzi meno restrittivi per la concorrenza”.