Secondo la Fédération de l’industrie horlogère svizzera (Fh), l’export di orologi svizzeri è diminuito del 16,1% a marzo, a 2 miliardi di franchi (circa 2 miliardi di euro). Il calo si è accentuato dopo un febbraio in cui la flessione era stata del 3,8 per cento. Per l’intero primo trimestre 2024 le esportazioni rossocrociate sono state di 6 miliardi di franchi (6,18 miliardi di euro), in diminuzione del 6,3% in rapporto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Gli Stati Uniti rimangono il principale mercato per l’orologeria svizzera, seguiti da Giappone e Cina. In marzo tutti i maggiori mercati hanno registrato il segno negativo, le discese di gran lunga maggiori sono state quelle di Cina e Hong Kong. Queste le cifre dei dieci mercati principali: Stati Uniti a 340 milioni di franchi (-6%), Giappone a 150 milioni (-3%), Cina a 150 milioni (-41%), Hong Kong a 148 milioni (-44%), Singapore a 133 milioni (-14%), Regno Unito a 128 milioni (-13%), Germania a 105 milioni (-13%), Emirati Arabi a 96 milioni (-3%), Francia a 93 milioni (-11%) e Italia a 74 milioni (-10 per cento).
“Dopo una notevole espansione – riflette Il Sole 24 Ore -, le esportazioni di segnatempo elvetici ora risentono del rallentamento economico internazionale e in particolare del passo più lento di due mercati di grande taglia come la Cina e Hong Kong. È possibile anche che la forza del franco – che si è attenuata negli ultimi mesi ma che resta ragguardevole – stia creando qualche ostacolo in più all’export svizzero. La sfida per il polo elvetico degli orologi adesso è riuscire a limitare il calo delle esportazioni, per poi puntare su un ritorno al trend positivo in tempi non troppo lunghi”.