Una sintesi annuale sullo stato dell’industria orologiera svizzera, una conferma dei trend degli ultimi anni, con le grandi maison che continuano a guadagnare quote di mercato. È il ‘Swiss Watch Industry Report’ di Morgan Stanley, redatto insieme a LuxeConsult, che anche nel 2022 incorona Rolex leader di settore, in una top ten che presenta pochi cambiamenti rispetto al 2021.
Nel 2022 l’export di segnatempo Swiss-made ha toccato quota 23,7 miliardi di franchi svizzeri (circa 24 miliardi di euro), in aumento dell’11,6% sul 2021 e del 9% rispetto ai livelli pre-pandemici. Per quanto riguarda la vendita al dettaglio, secondo Morgan Stanley il valore si attesta a circa 48 miliardi di franchi. A crescere è il valore della produzione, mentre i volumi segnalano una sostanziale stabilità, passando dai 15,7 milioni di orologi esportati nel 2021 a 15,8 milioni (+0,2 per cento). Questi dati confermano dunque l’incidenza dell’aumento dei prezzi. In evidenza, in una vera e propria polarizzazione delle vendite, la performance degli orologi che nel wholesale superano i tremila franchi svizzeri, arrivati nel 2022 ai massimi storici: nel totale dell’export, pesano per il 76% in valore (dato che sale dal 73,3% del 2021 e, ancor di più, dal 34% del 2000), mentre solo per il 12,7% in volume.
Quanto ai principali brand per fatturato, la classifica resta guidata da Rolex, il cui giro d’affari si attesta sui 9,3 miliardi di franchi, in progressione rispetto agli otto miliardi del 2021. La retail market share di Rolex è pari al 29,2 per cento: la quota di mercato del colosso di Ginevra supera, per intenderci, quella dei successivi cinque marchi messi insieme. Il prossimo traguardo per Rolex è dunque quello dei dieci miliardi di franchi annui di fatturato, che lo metterà alla pari di ‘super brand’ come Gucci. A differenza di altri luxury player, però, Rolex vende una sola tipologia di prodotto.
Al secondo posto del ranking si conferma Cartier, maison ammiraglia del gruppo Richemont, con ricavi per 2,75 miliardi di franchi svizzeri (2,4 miliardi nel 2021), mentre la medaglia di bronzo spetta anche quest’anno a Omega con i suoi 2,47 miliardi (2,2 miliardi nel 2021). A seguire ci sono Audemars Piguet (2,01 miliardi di franchi svizzeri), Patek Philippe (1,8 miliardi), Richard Mille (1,3 miliardi) e Longines (1,2 miliardi). Quest’ultimo ha perso due posizioni in un anno a causa della sua esposizione nel mercato cinese. Completano le prime dieci posizioni Iwc (908 milioni di franchi svizzeri), Breitling (860 milioni; ha raggiunto la top ten con una crescita del 25%, battendo il mercato) e Vacheron Constantin (825 milioni).
Richard Mille si conferma la maison con il prezzo medio di vendita maggiore, a 245.283 franchi svizzeri. Morgan Stanley segnala però come il brand che ha avuto l’incremento più rapido nel 2022 rientri nella fascia entry price: Swatch grazie al successo del modello Moonswatch (si stima ne siano stati venduti oltre un milione), ha visto le sue vendite balzare del +90% sul 2021.
Ad oggi, infine, il settore è dominato da quattro gruppi principali, che insieme detengono più del 75% delle quote di mercato per valore di vendita al dettaglio: si tratta di Rolex (marchi Rolex e Tudor), Swatch Group (Omega, Tissot, Longines, Blancpain, Breguet, Swatch per citare alcuni dei suoi marchi), Richemont (tra gli altri Cartier, Iwc, Jaeger-LeCoultre, Van Cleef & Arpels e Montblanc) ed Lvmh (Bulgari, Hublot, Tag Heuer e Zenith).