Incrementare i punti vendita del 50 per cento in tre anni, da 400 a 600, e poi consolidare la presenza all'estero, dove comunque ha già 25 punti di vendita sparsi in quattro Continenti. E' quanto previsto dal piano industriale 2005-08 di Imap Export, società cui fa capo il marchio Original Marines e la rete di franchising del gruppo, rivelato dal vice presidente Antonio Di Vincenzo.
La popolarità del gruppo, nato all'inizio degli anni Ottanta per iniziativa di cinque imprenditori partenopei (Vittorio Di Vincenzo, padre di Antonio, Angelo Pera, attuale presidente, Pietro La Marca, Giancarlo Cimmino e Eduardo Limongello), si basa su una strategia apparentemente semplice ma efficace, sintetizzata dal vice presidente. "Comunicazione, pubblicità, innovazione di prodotto, prezzi competitivi e aggressivi, un nuovo format dei negozi e la presenza costante nei punti vendita", spiega Di Vincenzo, sono gli ingredienti del successo, incentrato anche su un franchising molto particolare: non sono previste royalties o fees, ovvero compensi che il proprietario-titolare del singolo negozio retrocede alla società che gestisce il marchio in cambio del suo utilizzo. "Gli unici obblighi dei franchisee, prosegue, sono quelli di sposare il marchio e venderne i prodotti".
Il gruppo, aggiunge Di Vincenzo, "ha in programma l'apertura di trenta punti vendita entro la prossima primavera e quaranta rinnovi entro l'estate 2006", dopo aver aperto settanta negozi quest'anno, di cui venti ampiamenti, e aver rinnovato altre settanta strutture. "Rinnoviamo alcuni punti vendita là dove c'è maggiore concorrenza con i competitors", sottolinea il manager-imprenditore. Per quanto riguarda le aperture, Di Vincenzo dice di aver affidato a un consulente esterno, Marketing & Co., lo studio dell'intero territorio nazionale e l'analisi del mercato. "Possiamo aprire fino a seicento negozi in Italia, altrimenti rischiamo di saturare il mercato", afferma, citando lo studio. "Dobbiamo innanzitutto consolidare la nostra presenza in casa per poi espanderci meglio all'estero", aggiunge.
L'obiettivo finale, che sarà formalizzato in un prossimo piano industriale, è quello di aprire altri punti vendita in giro per il mondo, dove già conta venticinque strutture sparse in Europa, Asia, Africa e America Latina. "Fino al 2008 faremo tutto con le nostre forze (finanziarie, ndr)", dichiara Di Vincenzo. Il mezzo per andare all'estero (è l'idea non citata espressamente dall'imprenditore) passa attraverso la Borsa, dove possibile sia prendere "mezzi freschi" e rafforzare l'immagine. Tra l'altro, il bilancio di Imap Export è già certificato da cinque anni da PricewaterhouseCoopers.
Estratto da Il Denaro.it del 6/12/05 a cura di Pambianconews