Il nemico da battere è Starbucks che prima o poi potrebbe sbarcare anche in Italia. Le aziende italiane, però, non stanno a guardare. L'ultima mossa è di Lavazza, leader italiano del settore con oltre 1 miliardo di ricavi previsti nel 2007, che ha presentato alla reggia di Versailles la sedicesima edizione del suo calendario. La strategia di Lavazza sarà di aprire coffe-shop un po' ovunque: 84 in Europa (soprattutto in Spagna Francia e Portogallo) e altri 170 in India (ma raddoppieranno in tre anni) attraverso l'acquisizione della catena Barista.
Cultura (ha fondato a Trieste l'Università del caffè) e diplomazia sono invece le armi di Illy. Nei giorni scorsi infatti il gruppo triestino (247 milioni di ricavi e 150 coffee shop sparsi nel mondo a cui se ne aggiungeranno altri 105 in Cina) ha siglato un accordo con Coca Cola per lanciare assieme una linea di bevande al caffè di alta gamma. Una risposta alla fresca alleanza fra la Pepsi, rivale storico di Coca Cola, e Starbucks che è stata appena estesa dagli Stati Uniti al resto del mondo.
Un discorso a parte merita il Massimo Zanetti Beverage Group. Intanto perché l'industriale Massimo Zanetti con oltre 700 coffee-shop (gli ultimi sono stati aperti a Seoul, Kiev e Danzica) controlla la rete più capillare di caffetterie in franchising a proprietà italiana. La presenza internazionale del gruppo è infatti garantita da tre catene: Segafredo Zanetti Espresso, Puccino's in Inghilterra e Chock Full o'Nuts negli Stati Uniti.
Inoltre Zanetti, attraverso l'acquisizione del ramo di azienda del gruppo Sara Lee operante nel settore del caffè è diventato il terzo torrefattore americano, presente con i suoi prodotti in tutte le principali catene della grande distribuzione.
Estratto da Repubblica del 19/10/07 a cura di Pambianconews