Nike si prepara a tagliare il 2% circa della propria forza lavoro totale, nell’ambito di un piano di riduzione dei costi che risponde all’indebolimento dei margini. In base a un documento dell’azienda, al 31 maggio 2023 il gruppo Usa contava circa 83.700 dipendenti. La notizia è apparsa sul Wall Street Journal, che cita un’e-mail interna al colosso dello sportswear. “Anche i competitor Adidas, Puma e JD Sports, hanno registrato risultati più deboli quest’anno – ricorda Reuters -, poichè i consumatori hanno ridotto le spese non essenziali”.
Lo scorso dicembre, Nike ha delineato un piano di risparmio da due miliardi di dollari, per i prossimi tre anni, attraverso misure che vanno dal miglioramento della catena di approvvigionamento, alla riduzione della fornitura di alcuni prodotti e all’aumento dell’uso dell’automazione.
Nel secondo trimestre del suo esercizio fiscale (dati al 30 novembre scorso) il gigante di Beaverton ha registrato ricavi in lieve progressione da 13,31 a 13,39 miliardi di dollari (14,2 miliardi di euro), ma sotto i 13,43 miliardi attesi dagli analisti. L’utile è balzato del 19% sfiorando gli 1,6 miliardi. Nel complesso dei sei mesi, il giro d’affari è passato da 26 a 26,32 miliardi di dollari, mentre i profitti segnano un +8% per circa tre miliardi.
“Al momento non stiamo dando il massimo e alla fine ritengo responsabili me stesso e il mio gruppo dirigente”, avrebbe scritto John Donahoe, CEO di Nike, nell’e-mail. I licenziamenti, spiega sempre il Wall Street Journal, non dovrebbero riguardare i dipendenti dei negozi e dei centri di distribuzione o quelli del team di innovazione. I tagli dovrebbero avere un effetto immediato; una seconda fase di licenziamenti sarà invece completata entro la fine del trimestre in corso.