La Grande Mela torna a far gola alle maison del lusso. Dopo anni in sordina la capitale americana del fashion system sembra essere nuovamente una meta strategica per numerosi brand di alta gamma. Non è un mistero che il Council of Fashion Designers of America (Cfda) abbia attraversato stagioni difficili a causa di un progressivo calo di adesioni alla New York fashion week. Alcuni marchi hanno preferito emigrare verso le capitali del Vecchio Continente, altri, complice il Covid-19, hanno semplicemente messo in stand-by le sfilate in real life investendo in progetti digital. L’edizione di febbraio dello scorso anno della Nyfw era stata addirittura ridotta a soli quattro giorni, lontano anni luce dai fasti di alcuni anni fa quando la manifestazione durava oltre una settimana.
La situazione è migliorata a partire dallo scorso settembre quando alla fashion week si è affiancato per la prima volta l’atteso Met Gala. A causa dell’emergenza sanitaria, l’annuale mostra dedicata alla moda del Metropolitan Museum of Art è slittata e, di conseguenza anche l’evento del Costume Institute che riunisce centinaia di stilisti, modelle e celebrities sotto la regia di Anna Wintour per festeggiarne l’inaugurazione dell’esposizione. Solitamente previsto per il primo lunedì di maggio, nel 2021 la retrospettiva è stata spostata al termine della settimana della moda. Tra i 90 appuntamenti dal vivo della Nyfw ci sono stati i ritorni di Thom Browne e Joseph Altuzarra, da anni nella schedule di Parigi. Hanno aderito anche Tom Ford, presidente del Council of Fashion Designers of America, e numerosi nomi storici tra cui Carolina Herrera, Michael Kors, Tory Burch e la new wave capitanata da Brandon Maxwell e Telfar. Per la prima volta, in veste di ospite speciale, anche Moschino by Jeremy Scott.
Nel 2020 l’operazione di rilancio sembra continuare con successo. A febbraio il programma della Nyfw è apparso nuovamente in full force e, a sorpresa, la Grande Mela è stata scelta da alcune maison europee per eventi off schedule. A marzo Alexander McQueen ha allestito la sfilata per la collezione autunno/inverno 2022-23 in un magazzino di Brooklyn, Ralph Lauren ha invece scelto alcuni giorni dopo il Museum of Modern Art. Il mese scorso Thom Browne ha messo in scena uno show che ha riscosso un vasto riscontro sui social network grazie anche alla presenza dei 500 Teddy Bear nella scenografia. Balenciaga sfilerà all’ombra dell’Empire State Building il 22 maggio con la primavera 2023.
Solo pochi giorni fa il Met Gala ha ribadito la centralità di New York monopolizzando sia i social network che le testate di settore con centinaia di look indossati da altrettante celebrities. Quest’anno l’evento ha raccolto ben 17,4 milioni di dollari per il Costume Institute.
Oltre alla “città che non dorme mai” anche la California è diventata il palcoscenico di una paio di fashion show d’eccezione. Hanno infatti scelto la West Coast per le proprie pre-collezioni due marchi di punta di Lvmh: il womenswear di Louis Vuitton, diretto da Nicolas Ghesquière, andato in scena ieri presso il Salk Institute di San Diego. Tra una settimana le proposte maschili di Dior by Kim Jones sfileranno a Los Angeles. La città simbolo del cinema statunitense era stata scelta anche da Alessandro Michele per la sua Gucci Love Parade lo scorso novembre e, il mese scorso, da Alexander Wang per il suo comeback in passerella. Il ritorno dell’American Dream non sembra più un miraggio.