Pitti Immagine e Milano fashion week dedicate al menswear hanno portato in scena molte novità ‘green’. E le hanno raccontate con convinzione.
Sostenibilità è la parola chiave della moda maschile, che ha unito la fiera e le passerelle. Le edizioni appena trascorse di Pitti Immagine e Milano fashion week dedicate al menswear hanno infatti portato in scena molte novità ‘green’ che hanno preso vita tanto nella sostanza, e quindi tramite la materia prima, quanto nell’estetica, grazie a veri e propri ‘manifesti’ applicati sul prodotto. Questo perché, mai come oggi, i brand appaiono consapevoli dell’importanza di un’alternativa sostenibile e delle sue potenzialità commerciali, se opportunamente comunicate.
DALLA MATERIA PRIMA…
La kermesse fiorentina, nella sua 95esima edizione, ha registrato la presenza di circa 23.800 buyer, di cui gli esteri stabili (9.100) mentre gli italiani in calo dell’8%, per un totale di circa 36.000 visitatori. Una platea di fronte alla quale diversi marchi hanno presentato una collezione A/I 2019-20 espressamente legata alla sostenibilità. Considerando l’aspetto della materia prima, molteplici sono quelli che sono ricorsi ad alternative ‘animal-friendly’, come Oof e Save the Duck, quest’ultimo tra gli antesignani della categoria. Altra scelta quella di Red, marchio del calzificio milanese Rede, che ha presentato un nuovo progetto realizzato con la collaborazione delle designer Tiziano Guardini, dando vita a una capsule con filati sostenibili e organici, cotone sviluppato in colori brillanti per un prodotto che rispetti ambiente e una domanda di ricerca. Sempre in tema di debutti, Tumi, il marchio del gruppo Samsonite, ha presentato Recycled Capsule, la sua prima collezione green realizzata con il 70% di contenuto riciclato. Ogni modello, nello specifico, è realizzato con nylon riciclato, mentre i dettagli interni ed esterni sono realizzati con plastica di riciclo delle bottiglie. Per esempio, lo zaino Carson, uno degli elementi della collezione, è stato prodotto con tessuti riprogettati dal riciclo di 22 bottiglie di plastica e di circa 50 grammi di rifiuti di nylon post-industriale. A Milano, invece, Etro ha confermato il suo impegno nei confronti dell’ambiente attraverso l’etichetta Benetroessere che sensibilizza al rispetto e alla tutela nei confronti della natura. Alcuni dei capi della collezione A/I 2019-20 sono realizzati con tessuti derivanti dal Pet riciclato o in Tencel Lyocell, fibra ricavata da una responsabile coltivazione della pianta dell’eucalipto. L’intento di United Standard, brand fondato nel 2015 da Giorgio Di Salvo, è invece soprattutto comunicativo. Il primo défilé della griffe ha infatto dato vita a una fabbrica immaginaria situata da qualche parte sull’arco alpino della Lombardia in un futuro pianeta Terra. All’interno dello stabilimento, più simile a un centro di ricerca dedicato alla prototipazione di tecnologie all’avanguardia di cui ancora non si conosce il potenziale, hanno sfilato proposte dagli slogan motivazionali come ‘Reduce Re-use Recycle’.
… ALL’ETICHETTA
Oltre alla sostenibilità nel prodotto, che da tendenza sta diventando una vera e propria costante, ciò che è sempre più evidente è la volontà dei brand di manifestare il proprio approccio green. Non solo attraverso le più classiche attività di marketing, ma trasformando il prodotto in una sorta di manifesto di sostenibilità. Come? Attraverso etichette e cartellini che non si limitano più ad elencare le classiche peculiarità del capo come taglia e composizione, ma diventano una vera biografia. Un esempio è la svedese specialista di outerwear Tretorn, i cui cartellini riportano, oltre che una breve storia dell’azienda, anche l’impegno sostenibile della stessa, con l’aggiunta del sito web su cui poter reperire maggiori informazioni sulla mission del brand. Leggendo con attenzione, si apprende che il prodotto cui è stato applicato il cartellino è Pvc e fluorocarbon free ed è stato realizzato con tessuti riciclati e rigenerati. Altri casi sono quelli delle etichette di Powderhorn e Canadiens che sottolineano come le rispettive giacche imbottite siano realizzate con materiali riciclati ed eco friendly. Uno step ulteriore è stato fatto, infine, da Ecoalf che, addirittura, ha applicato sullo stesso giaccone un “manifesto” per indicarne il livello di sostenibilità, ovvero quanto materiale di recupero è stato utilizzato per produrre il tessuto finale.