Fine dell'avventura, nel mondo dell'abbigliamento, per l'accoppiata Clemente Signoroni e Gianfranco Bertoli. Il futuro della loro Multimoda network è delineato in un memorandum di 22 pagine che in questi giorni, anche con l'aiuto dell'advisor IntesaBci, viene sottoposto ai candidati investitori (tra gli altri, il fondo Equity value di Massimo Girardi, Paolo Vacchino e Giovanna Dossena).
Di sicuro, Signoroni e Bertoli sono disposti a passare la mano, dopo un biennio di lavoro che ha visto il gruppo crescere fino a 94,2 milioni di euro di ricavi sulla scia di un intenso shopping (Redaelli, Domina, Carma, Alma a la catena di negozi per giovani Mdc). Ma nonostante la validità dei marchi, con le controllate operative in equilibrio, il gruppo ha accumulato quasi 42 milioni di debiti consolidati (maggior creditore è Bipop) a fronte di 29,5 di patrimonio.
Dopo gli ultimi riassetti, Multimoda è posseduta al 52% dall'ex manager Fiat e Gft (attraverso Italian equity advisor, Iea, condivisa con le famiglie Pea, Uberti, Capra a altre). Mentre Bertoli, già ad di Banca Fineco, ha il 48% tramite l'olandese Itc di cui IntesaBci è creditore pignoratizio con voto.Adesso il progetto (nome in codice Domino) prevede la ricerca di uno o più partner disposti a prendere il controllo attraverso una ricapitalizzazione