Moody’s gela le speranze di ripresa del retail europeo. L’agenzia di rating, infatti, ha abbassato il suo outlook da “stabile” a “negativo”, convinta che la redditività del settore sia troppo indebolita dalle “politiche di sconto che puntano a limitare il calo dei volumi di vendita e la concorrenza di outlet e specialisti dell’online”. Moody’s prevede che il 40% dei retailer europei scrutinati registrerà, nell’anno in corso, profitti più bassi rispetto al 2018 e al 2017. La percentuale si è estesa rispetto al report diffuso dalla società di New York lo scorso ottobre, quando il calo dei profitti riguardava il 20% delle insegne in esame. A crescere attorno al 10% (Moody’s parla di progressione “high single digits to low double digit”) saranno i ricavi online, a svantaggio del footfall, ovvero del passaggio di persone fisiche nei punti vendita fisici.
“La redditività di molti rivenditori tradizionali è sotto pressione perché riducono i prezzi per limitare i cali dei volumi di vendita – ha dichiarato David Beadle, VP-Sr credit officer presso Moody’s Investors Service -. Prevediamo una crescita modesta delle vendite al dettaglio e una riduzione dei margini settoriali a causa del continuo spostamento della domanda verso discount e specialisti online, che operano con margini inferiori”.
Molti retailer europei dovranno quindi restringere il network di punti vendita, come già sta accadendo nel Regno Unito per insegne come House of Fraser, Debenhams e Marks & Spencer. Quest’ultimo, si legge sulla stampa inglese, si prepara addirittura ad accelerare il suo programma di chiusure, con 100 nuove dismissioni entro la fine del 2019. Queste chiusure erano inizialmente previste entro la fine del 2022. Negli ultimi due anni Marks & Spencer ha già detto addio a 63 negozi.
Ad annunciare un piano di ristrutturazione entro la fine della settimana sarà, con ogni probabilità, anche il gruppo Arcadia, i cui interventi potrebbero riguardare la vendita delle sue attività al di fuori del Regno Unito e la chiusura di 57 negozi. La società di Philip Green, parent company dei marchi Topshop, Topman, Miss Selfridge, Wallis, Evans, Burton e Dorothy Perkins, ha chiuso, negli ultimi due anni, oltre 210 store. Lo scorso gennaio, Arcadia ha dato mandato a Deloitte di pianificare la ristrutturazione del suo business, motivata dal crollo di vendite e profitti.