Al termine di un lungo braccio di ferro familiare tra gli esponenti delle nuove generazioni, Miroglio cambia volto: sarà sempre meno tessile e sempre più abbigliamento. E, in parallelo, cambiano anche gli equilibri dentro la famiglia di Alba che controlla il gruppo: sale, infatti, il peso di Giuseppe Miroglio (nella foto), 35 anni, che diventa amministratore delegato, mentre il cugino Edoardo, 48 anni, finora l'unico leader della società, resta ancora amministratore delegato ma sceglie di diventare imprenditore in proprio, assumendo la maggioranza del capitale delle attività tessili bulgare, con questo allentando di fatto la sua presa su Miroglio.
Da quanto risulta, il consiglio di amministrazione ha provveduto domenica a prendere le prime decisioni, che saranno sottoposte all'assemblea il 10 ottobre. La ristrutturazione dovrebbe partire da gennaio. Domenica il consiglio è stato anche in buona parte rinnovato. Entrano, infatti, tre nuovi consiglieri indipendenti: si tratterebbe di Gianemilio Osculati, Carlo Callieri e Giorgio Del Piano. Quest'ultimo, da quanto si può capire, entra in Miroglio a titolo personale, non cioè in rappresentanza dell'azienda nella quale è manager, ovvero Zegna. Lasciano Paolo Mazzitelli (che rimane direttore finanziario del gruppo), Giovanni Taricco e soprattutto lo storico consigliere della famiglia, Marco Vitale, che si era dimesso nei mesi scorsi per «differenze di vedute con alcuni esponenti della nuova generazione».
A infuocare la discussione sono stati gli investimenti nel tessile: ancora necessari per Edoardo, da ridurre invece drasticamente per tutti gli altri componenti della famiglia, compresa anche Nicoletta, sorella di Edoardo. Il risultato sono le decisioni di domenica. Un accordo trovato a fatica, ma un accordo, non una rottura dentro la famiglia. Il tessile vale 330 milioni di euro sui 915 milioni di giro d'affari complessivo del gruppo. Ma mentre l'abbigliamento continua a crescere (+7,2%) nel 2005), tessuti e filati continuano a soffrire (-4,5%). Con riduzione dei siti produttivi. E di questo si parlerà domani anche al ministero dell'Industria.
Estratto da Corriere della Sera del 26/09/06 a cura di Pambianconews