#'Le imprese italiane hanno tre grandi opportunità di business in Cina: competere in un mercato in piena espansione, approvvigionarsi di materie prime e prodotti finiti, produrre in Cina per fornire i mercati globali''. è l'opinione espressa congiuntamente dall'ufficio italiano e da quelli cinesi di McKinsey (che è presente in quel Paese da circa vent'anni con 22 partners e 160 consulenti), in un incontro avvenuto oggi a Milano per illustrare le potenzialità di investimento e sviluppo delle aziende italiane in Cina: un mercato enorme, con oltre un miliardo di potenziali consumatori, che potrebbe offrire grandi opportunità. In pratica #'un diamante allo stato grezzo per le imprese italiane''.
Nonostante gli insuccessi registrati da alcune aziende straniere in passato, oggi la Cina rappresenta una notevole fonte di profitto per molte di esse. è un Paese dove gli investitori esteri si presentano sempre più spesso da soli (il 51% degli investimenti complessivi nel 2002 si riferiscono a società controllate totalmente da operatori stranieri, rispetto a meno del 30% del 1992), con l'eccezione di alcuni settori in cui è opportuno associarsi a un partner locale (produzione di automobili e componenti, utilities, ecc).
L'Italia registra un flusso commerciale con la Cina (0,3% del GDP) in linea con i maggiori paesi europei ed è presente soprattutto nei settori meccanico (Camozzi), dell'auto (Piaggio, Fiat), del tessile e della moda (Ermenegildo Zegna, Prada), dell'elettronica di consumo (Merloni, de Longhi), e in altri comparti (STMicroelectronics, Saes-Getters). Ulteriori presenze sono in via di sviluppo nel farmaceutico (Bracco), nell'alimentare (Ferrero), nel finanziario (Banca Intesa) e assicurativo (Generali).
Estratto da Apcom del 21/04/04 a cura di Pambianconews