Manifattura Italiana Cucirini (Mic) suggella la sua partnership con Shima Seiki Italia in occasione della 91esima edizione di Pitti Filati. Nella cornice della Fortezza Da Basso, a Firenze, la storica realtà veneta specializzata nella produzione di filati da cucito presenta il risultato della terza collaborazione con la filiale italiana dell’azienda giapponese che si occupa di macchine rettilinee per maglieria.
A curare la collezione Vittorio Branchizio, art director di Shima Seiki Italia, tra ricerca dei filati e tecniche sempre più all’avanguardia. “Il target di questa collezione – ha spiegato Branchizio a Pambianconews – sono i maglifici del lusso e brand italiani e francesi”. Denominata ‘Overlapping Illusions’, la linea è composta da 12 ouftfit ed è incentrata non solo sulle potenzialità tecniche dei macchinari ma anche sull’elaborazione grafica e la rilettura dei carta modelli nel digitale, con capispalla, pantaloni, abiti sartoriali e giubbotti antivento che evolvono in maglieria.
In occasione del nuovo lavoro creativo di Branchizio, Mic ha messo a disposizione il suo filato STR180, super sottile e dall’alta tenacità, pensato per i tessuti leggeri e utilizzato in particolare in tagliacuci, punto invisibile e cuciture di tenuta visivamente impercettibili.
“Quello del 2021 è stato sicuramente un dato in ripresa – ha spiegato Tommaso Cumerlato, chief commercial officer di Mic – con un rimbalzo che ha riguardato tutto il made in Italy, sulla maglieria di lusso poi c’è stato veramente molto fervore. È stato un anno fitto di impegni e attività, in cui non ci siamo fermati con l’innovazione in nessun ambito, dal prodotto al processo. Un anno anche di superamento che per quanto ci riguarda sta proseguendo nel 2022″.
Tagliato ormai anche il traguardo del pre-pandemia: “Nel 2021- prosegue Cumerlato – avevamo sfiorato i livelli pre-Covid, nel 2022 stiamo già superando il 2019, che per noi era stato un anno di grande slancio, poi interrotto dopo i primi due mesi del 2020”.
Il 2022 dunque come anno del definitivo recupero ma anche denso di criticità, a fronte di uno scenario globale complesso come quello attuale. Dai rincari delle materie prime alla crisi energetica e logistica, non sono poche le sfide del post-Covid. “A preoccupare sono innanzitutto le materie prime, in primis il cotone, nonostante per noi rappresenti il 15% del volume d’affari perché la nostra forza è soprattutto la tecnicità. Nel nostro portfolio noi abbiamo tantissime materie prime, da poliestere e poliammidi arrivando ai riciclati, per questo Vittorio (Branchizio, ndr) ha trovato da noi il vantaggio di reperire velocemente non solo i materiali ma anche i colori: tutti i nostri prodotti, in quanto venditori da stock service, dobbiamo obbligatoriamente averli in magazzino”.
Prosegue il manager: “Molti dei nostri prodotti, essendo di filatura, sono stati spostati nel Far East quindi abbiamo patito l’impatto della crisi dei trasporti, a cui si è affiancato il tema della reperibilità che dalla fine dello scorso anno si sta protraendo fino al 2022. Questa è stata la grande sfida”.
Tra i trend e opportunità del 2022, il reshoring. “C’è stato un generale riavvicinamento alle zone di vendita che noi abbiamo colto in pieno: in tutte le nostre nazioni siamo in recupero, anche proprio grazie a questo riavvicinamento rispetto alle evoluzioni offshore tipiche del pre-pandemia.
Altro filone, sottolinea Cumerlato, è quello legato alla prototipia, campionari, transfunzionalità. “Come testimonia Shima Seiki, in Italia c’è un rifiorire dell’innovazione nella maglieria, insieme naturalmente alla sostenibilità. Sostenibilità che ormai permea tutta l’azienda secondo un approccio olistico che abbraccia le materie prime, i processi, le certificazioni”.
Mic si è infatti inserita nella generale svolta green aderendo alla roadmap 4sustainability. Si tratta di un percorso verso la sostenibilità che vede l’azienda impegnata attivamente su specifici ‘sustainable development goals’. Il percorso si affianca e procede parallelamente a quello già intrapreso da Manifattura Italiana Cucirini, con l’intento di offrire al mercato filati ricavati da poliestere riciclato post-consumer certificati Grs (Global Recycle Standard), filati le cui fibre derivano dal legno di foreste controllate, filati di nylon biodegradabile e di cotone biologico certificato Gots (Global Organic Textile Standard).
“Ci siamo uniti a loro due anni fa, momento in cui abbiamo cambiato l’impianto tecnologico dedicato alla tintoria in direzione più ecofriendly, e ci affiancano nel garantire la tracciabilità dei nostri prodotti”.