Le azioni di Macy’s hanno guadagnato terreno nel pre-market di ieri, dopo che il gruppo di investitori composto da Arkhouse Management e Brigade Capital ha alzato l’offerta per acquisire la catena di grandi magazzini, a cui fanno capo le insegne Macy’s, Bloomingdale’s e Bluemercury. I due fondi, che a dicembre si erano visti rifiutare un’offerta da 5,8 miliardi di dollari (circa 5,3 miliardi di euro), sono ora pronti a mettere sul piatto 6,6 miliardi (24 dollari in contanti per share Macy’s, rispetto ai 21 dollari annunciati in precedenza). L’offerta riflette un premio del 33% rispetto alla chiusura di Macy’s di venerdì scorso.
Ieri, a Wall Street il titolo di Macy’s evidenziava, in apertura di seduta, un rialzo del 16,6 per cento.
“Il consiglio di amministrazione di Macy’s valuterà attentamente l’ultima proposta”, ha dichiarato la società, da mesi alle prese con un’elevata pressione finanziaria. Il gruppo Usa del retail ha infatti annunciato il licenziamento del 3,5% della forza lavoro totale, taglio che coinvolgerà circa 2.350 dipendenti, principalmente impiegati nell’headquarter di New York.
Macy’s registrato ricavi per 23 miliardi di dollari nel 2023, in calo rispetto ai 24,4 miliardi del 2022. L’utile netto è crollato a 105 milioni di dollari dagli 1,18 miliardi dell’esercizio precedente. A seguito dei risultati negativi, la società guidata da Tony Spring ha ufficializzato la chiusura di 150 store entro i prossimi tre anni, di cui 50 già entro la fine del 2024. Per Macy’s si tratta del secondo maggiore taglio al suo network dal 2020. La priorità va ora agli investimenti sui 350 negozi rimanenti, con l’espansione di punti vendita “di piccolo formato”.