Lvmh alza il tiro contro la gestione di Tiffany & Co. e replica, con un’altra causa, all’azione legale avviata dal player della gioielleria.
Due giorni fa il numero uno del lusso mondiale ha di fatto annunciato lo stop al takeover da oltre 16 miliardi di dollari, citando una lettera del ministro francese per l’Europa e gli Affari Esteri, che chiede a Lvmh di rinviare l’acquisizione di Tiffany oltre il 6 gennaio 2021, e il deterioramento del mercato per la crisi innescata dalla pandemia Covid-19. Il CFO di Lvmh, Jean-Jacques Guiony, ha poi spiegato, in una conference call, che il Governo ha tutto il diritto di chiedere un rinvio, ma che le evoluzioni rendono “impossibile completare questa transazione”.
Dal canto suo, per Tiffany questi sviluppi non costituirebbero motivo per interrompere l’operazione: da qui l’avvio, da parte del gruppo guidato da Alessandro Bogliolo, di un’azione legale in Delaware per costringere Lvmh a rispettare l’accordo siglato nel novembre dello scorso anno.
“Lvmh – si legge in una nota diffusa ieri da Parigi – è rimasta sorpresa dalla causa intentata da Tiffany contro il gruppo presso la Court of Chancery dello Stato del Delaware. Lvmh ritiene che questa azione sia totalmente infondata. È stata chiaramente preparata da Tiffany molto tempo fa, e comunicata in modo fuorviante agli azionisti, ed è diffamatoria. Lvmh si difenderà vigorosamente”.
La causa di Lvmh (“Lvmh intends to file a lawsuit in Delaware”, titola il comunicato del gigante di Parigi) riguarda invece la cattiva gestione del gruppo Usa durante la crisi del Covid-19, con la distribuzione di “dividendi sostanziosi” in un momento in cui Tiffany era in perdita.