“In relazione alle recenti indiscrezioni di mercato, Lvmh conferma che non sta valutando l’acquisto di azioni Tiffany sul mercato”. È con queste stringate parole che il colosso parigino del lusso prende posizione rispetto alle speculazioni su una possibile rinegoziazione della sua offerta per il player newyorkese della gioielleria, che negli scorsi giorni hanno gelato il titolo di Tiffany a Wall Street.
Nel breve comunicato, il gruppo francese, numero uno mondiale del lusso, precisa che il Cda, nella sua riunione del 2 giugno ha “in particolare concentrato la sua attenzione sugli sviluppi della pandemia e sul suo potenziale impatto sui risultati e sulle prospettive di Tiffany, in relazione all’accordo che lega i due gruppi”.
A parlare di un possibile stop dell’operazione da oltre 16 miliardi di dollari (circa 14,4 miliardi di euro) tra Lvmh e Tiffany è stata per prima la testata Usa Wwd, chiamando in causa il deterioramento del mercato americano a seguito dell’epidemia di Covid-19 e le recenti tensioni sociali.
Il 2 giugno scorso, il titolo del gruppo newyorkese della gioielleria è arrivato a perdere fino al 13,4% (maggior calo da gennaio 2015), per poi chiudere in flessione di quasi 9 punti percentuali a Wall Street. A pesare, appunto, è il clima di incertezza che ora avvolge la transazione. Ieri il titolo Tiffany ha chiuso a Wall Street in flessione del 2,38% a 114,4 dollari, contro i 135 dell’offerta di Lvmh. Il mattinata le azioni del gigante guidato da Bernard Arnault perdevano lo 0,29% sui listini di Parigi.
La notizia del passaggio di Tiffany a Lvmh risale allo scorso novembre. La nota di Lvmh inquadrava, appunto, una transazione da 135 dollari per azione in cash. L’acquisizione di Tiffany puntava a rafforzare la posizione di Lvmh nella gioielleria e ad aumentare ulteriormente la sua impronta negli Stati Uniti.
L’operazione era stata definita come la più grande (dal punto di vista finanziario) mai messa a segno da Lvmh.