I Paesi occidentali si preparano a bandire i diamanti russi nel mercato al dettaglio, soprattutto in piazze che già aderiscono alle sanzioni ai danni del Cremlino. A dichiararlo è stato il primo ministro belga Alexander de Croo, che al Guardian ha spiegato come “il tentativo, durato un anno, da parte dell’Unione Europea e dei Paesi del G7 di tracciare in modo affidabile i diamanti provenienti dalla Russia sia stato quasi completato”. De Croo ha affermato che l’obiettivo è che il divieto sui “diamanti insanguinati” entri in vigore il 1° gennaio 2024.
Il sostegno belga all’embargo è fondamentale: si stima infatti che il 90% dei diamanti mondiali passino attraverso la città portuale di Anversa. “Quello che vogliamo – ha precisato il primo ministro belga – è eliminare completamente il dominio russo dai nostri retail markets. Il modo migliore per farlo è con il sistema di tracciabilità completo. Lo stiamo facendo insieme all’UE e al G7 e siamo molto vicini a finalizzare un sistema di tracciabilità efficace”.
Circa un terzo della fornitura mondiale di diamanti, stimata in un valore di circa 4,5 miliardi di euro, proviene da cave siberiane. Prima dell’invasione dell’Ucraina, il 25% dei diamanti grezzi che passavano per Anversa provenivano dalla Russia. Ad oggi le maggiori compagnie minerarie che estraggono i diamanti naturali grezzi sono Alrosa, De Beers del gruppo Anglo American, Rio Tinto Group e Dominion Diamond Corporation. La russa Alrosa è la più grande compagnia di estrazione di diamanti del pianeta.