Per la sua ultima collezione di alta gioielleria LV Diamonds, la maison Louis Vuitton ha annunciato una grande novità in materia trasparenza, ovvero la creazione del primo certificato digitale, sostenuto da Aura Consortium Blockchain (il consorzio fondato nel 2021 da Lvmh, Gruppo Prada, Cartier e Otb) che mostra il “viaggio” di ogni pietra preziosa. La collezione introduce infatti un nuovo standard di tracciabilità lungo tutto il ciclo di vita dei diamanti, dall’estrazione mineraria alla vendita al dettaglio. Louis Vuitton riporta anche la conformità dei suoi diamanti al Kimberley Process. Lo sviluppo del progetto di tracciabilità è avvenuto in concomitanza con il debutto del taglio di diamante LV Monogram Star, ispirato al noto fiore Monogram inventato da George Vuitton nel 1896.
Il taglio di Vuitton è stato riconosciuto anche dal Gemological Institute of America, il che significa che sarà indicato sui certificati GIA che accompagnano i gioielli Vuitton. La forma precedente ad essere riconosciuta era il princess cut apparso negli anni ’60.
“Louis Vuitton – spiega Wwd – è il primo tra i principali attori di Place Vendôme a offrire visibilità dettagliata end-to-end sull’approvvigionamento di diamanti, in vista della scadenza del 1° settembre che impone l’implementazione di verifiche e certificazioni basate sulla tracciabilità, anche in risposta ai divieti del G7 e dell’Unione Europea per i diamanti di origine russa”. Tra i colossi dell’industria dei diamanti invece De Beers è stato tra i primi a fare un passo avanti verso la tracciabilità basata su blockchain con il lancio nel 2022 della piattaforma Tracr che segue il 100% delle pietre estratte.
Presentata in occasione della settimana dell’haute couture parigina la collezione di alta gioielleria Deep Time di Louis Vuitton include 50 nuove creazioni, disegnate da Francesca Amfitheatrof – direttrice artistica orologi e gioielli della maison – seguendo dieci temi inediti.