“Ogni giorno che passa mi giungono notizie di clienti che chiudono”. Esordisce così Ettore Lonati, presidente del gruppo specializzato nel settore meccanotessile con un fatturato attorno ai 200 milioni di euro nel 2019, che esprime a Pambianconews la propria visione sull’attuale scenario di crisi. E racconta che gli ordini di macchine circolari per calzifici, maglieria e abbigliamento sportivo non sono stati annullati per il momento, solo ‘sospesi’. Il che significa che le macchine non vengono consegnate alle aziende, ma rimangono nel magazzino, in attesa. “Ma tra un mese – precisa – se i negozi non riapriranno, allora assisteremo a una valanga di annullamenti. Il quadrimestre che va da marzo a giugno sarà, sostanzialmente, a crescita zero, a livello di fatturato. Soffriranno molto anche i nostri fornitori, che sono aziende di piccole e medie dimensioni”.
Le speranze rinascono dopo l’estate, “quando si potrebbe ripartire ‘in quarta’ – afferma il presidente del Gruppo Lonati – perché qualora l’epidemia si attenuasse, le persone tornerebbero a uscire e avrebbero sicuramente voglia di comprare. Ma il problema è: avranno soldi? Ci sarà una crisi di liquidità? Anche a fine epidemia, dunque, potrebbe continuare il calo delle vendite e questo dipenderà dalle misure sociali e di sostegno messe in campo dal Governo, in primis la cassa integrazione”. Insomma, se questo scenario di ‘coda della crisi’ si dovesse verificare, la perdita delle aziende sull’anno 2020 potrebbe arrivare anche al 40% di fatturato.
Il Gruppo Lonati, che ha chiuso dallo scorso 6 marzo le sue fabbriche in Italia, ha però un avamposto in Cina, dove conta 4 stabilimenti produttivi che hanno riaperto da 15 giorni e proprio da ieri hanno iniziato la produzione a pieno ritmo, come facevano prima dell’epidemia. “In ogni caso – conclude il presidente – abbiamo avuto in Cina una perdita del 20%, e sarà difficile recuperarla sull’anno in corso”.