È possibile cambiare diametralmente la narrazione di un brand in soli tre mesi? Walter Chiapponi ha accettato e vinto questa sfida, lo ha dimostrato la sfilata di Blumarine di venerdì scorso che ha sancito il suo esordio alla direzione creativa dello storico marchio italiano. Niente styling social-friendly, location flambé e casting one size. Il predecessore Nicola Brognano aveva gradualmente messo da parte i codici stilistici di Blumarine in favore di un’estetica Gen Z votata alla sexyness.
Il radicale cambiamento è stato anticipato dalle immagini della prima campagna di Chiapponi veicolata qualche giorno fa. Gli scatti fotografano l’ultima collezione di Brognano ma raccontano momenti di vita quotidiani, intimi, domestici. Non che le ragazze di Chiapponi siano delle puritane, sotto il cappotto leopardato indossano lo slip, amano le stampe animalier e il pizzo, indiscussi leitmotiv dell’heritage Blumarine, così come i pattern a fiori e gli slip dress. I codici della maison fondata da Anna Molinari nel 1977, ora di proprietà della holding Eccellenze Italiane, sono stati riscoperti, attualizzati e ampliati a un pubblico più vasto che include anche l’universo maschile. “Ci sono dieci look da uomo e pian piano ce ne saranno sempre di più perché trovo che non si può parlare di verità quando ci si concentra solo su un unico sesso. L’uomo è importante, voglio creare la globalità e voglio far tornare questo marchio molto rilevante”, ha dichiarato il designer nel backstage.
“Sono arrivato da Blumarine tre mesi fa e mi sono completamente immerso nell’archivio per una settimana, ho voluto annusare l’odore di quello che è successo in tutti questi anni e ho voluto cancellare quello che è successo negli anni più recenti. Non sono una persone che capisce la cultura Y2K, non la capirebbe neppure la signora Anna, è una donna che non ha mai toccato la volgarità, era frivola ma con tanto romanticismo ed è ciò che mi ha insegnato quando ho lavorato con lei più di 20 anni fa”.
Lo stilista ha debuttato nel mondo della moda a fine anni ’90 con Alessandro Dell’Acqua, ha inoltre collaborato con alcuni dei marchi più rilevanti nel panorama del fashion quali, oltre a Blumarine, Givenchy, Valentino, Gucci, Miu Miu, Bottega Veneta e, da ultimo, Tod’s di cui è stato direttore creativo per quattro anni fino alla scorsa estate.
“Ho iniziato con una campagna pubblicitaria in cui ho voluto rappresentare la realtà e anche per questa collezione avevo bisogno di un casting cinematografico, di persone che si sarebbero mosse non come robot che camminano senza incontrare lo sguardo del pubblico. La collezione autunno/inverno 2024 rappresenta tante personalità diverse. Si è appena concluso un anno molto difficile per me, che mi ha fatto capire che i sentimenti e l’amore ti fanno diventare sempre più forte. In questa collezione ho messo tutto il mio coraggio e la mia ironia, la mia frivolezza e tutta la mia cultura. Ci sono tante referenze, all’arte, alla moda, alla musica e al cinema che messe tutte insieme stanno costruendo il nuovo Blumarine”.
Durante il canonico saluto finale Chiapponi ha ricordato l’amico Davide Renne, recentemente scomparso a poche settimane dalla nomina a direttore creativo di Moschino. Il suo nome era stampato sulla camicia dello stilista mentre percorreva la passerella accolto da un mare di applausi.