I ricavi di Levi Strauss battono le stime nel Q4 (dati al 27 novembre scorso), portando il brand di denim a guadagnare terreno in Borsa nell’after-market di ieri. Nei tre mesi il gruppo Usa ha registrato un turnover di 1,6 miliardi di dollari (circa 1,46 miliardi di euro), in flessione del 6% (flat a cambi costanti), ma oltre le stime di Wall Street, ferme a 1,57 miliardi. Il profitto netto trimestrale scende invece da 153 a 151 milioni di dollari: l’utile per azione si attesta a 0,34 dollari, sopra agli 0,29 dollari stimati dagli analisti.
Nei 12 mesi i ricavi di Levi’s hanno toccato i 6,2 miliardi di dollari (+7%), mentre l’utile ha sfiorato i 570 milioni (+3 per cento).
“Nel 2022, abbiamo realizzato una crescita forte e redditizia nonché una significativa espansione della quota di mercato, dimostrando la forza dei nostri marchi, la diversità del nostro business e l’esecuzione mirata del nostro piano strategico”, ha commentato Chip Bergh, presidente e CEO di Levi’s.
Per il 2023 il colosso dei blue jeans prevede entrate comprese tra i 6,3 e i 6,4 miliardi di dollari, che si tradurranno in una crescita dall’1,5 al 3% su base annua, a condizione che l’inflazione e i venti contrari legati alla pandemia non peggiorino. Wall Street aveva ipotizzato per Levi’s un giro d’affari di 6,27 miliardi nel 2023.
“L’azienda sembra molto spavalda rispetto ai numeri per l’anno in corso, ma devo dire che Levi’s è uno dei migliori marchi nel suo segmento. Il prodotto è molto buono ed è un brand da cui il cliente tornerà se desidera fare shopping”, ha dichiarato a Reuters l’analista di Jane Hali & Associates, Jessica Ramirez.