Balzo in positivo per il terzo trimestre di Levi’s, che supera le attese. Il gruppo con sede a San Francisco ha archiviato il periodo al 29 agosto con un turnover in ascesa del +40,9% a 1,5 miliardi di dollari (pari a circa 1,3 miliardi di euro), rispetto agli 1,06 miliardi di dollari dell’anno precedente e in leggero aumento rispetto agli 1,48 miliardi previsti dagli analisti di Refinitiv. L’utile netto ha toccato i 193,3 milioni di dollari, contro i 27 milioni del terzo quarter del 2020. La società ha guadagnato 48 centesimi per azione, mentre gli esperti si aspettavano profitti per 37 centesimi per share.
Utili e vendite hanno superato le stime cavalcando la stagione del back to school e il ritorno di interesse dei consumatori alla ricerca di nuovi trend nel denim. La performance dell’ultimo periodo evidenzia una piena ripresa del marchio che, alla luce di questi dati, ha rivisto l’outlook per l’anno e prevede ora utili per azione rettificati da 1,43 a 1,45 dollari, rispetto agli 1,29-1,33 dollari previsti in luglio. Ciò significa una crescita di oltre il 27%, che porterebbe ad un fatturato vicino ai livelli del 2019.
In crescita sia il canale retail che wholesale, rispettivamente del +34% e +45%. Dal canto suo, l’online ha rappresentato il 20% delle entrate totali attestandosi su un +10% rispetto allo scorso anno. L’adjusted ebit è di 222 milioni di dollari contro gli 84 milioni dello stesso periodo dello scorso anno.
“Abbiamo concluso un trimestre con una forte crescita dei ricavi rispetto ai livelli pre-Covid, nonostante un macroambiente più difficile del previsto – ha sottolineato Chip Bergh, presidente e amministratore delegato di Levi’s-. Questi risultati riflettono il miglioramento dello slancio nel nostro business direct-to-consumer e la proficua connessione con la nostra supply chain. Abbiamo beneficiato dell’acquisizione di Beyond yoga, che attesta la nostra posizione nel mercato dell’activewear premium, in rapida crescita”.