Performance finanziaria in chiaroscuro per Levi Strauss. Lo specialista americano del denim ha chiuso un primo trimestre in rallentamento, accusando una perdita pari a 10,6 milioni di dollari (circa 9,7 milioni di euro), contro gli utili per 114,7 milioni totalizzati nel medesimo quarter dell’anno precedente. A pesare sulla trimestrale, gli oneri di ristrutturazione pari a 116 milioni di dollari.
Tuttavia, mercoledì il player ha annunciato una revisione al rialzo dell’outlook sugli utili del fiscal year, in virtù di un taglio dei costi e di una politica più orientata al full price, con una riduzione degli sconti sulla propria offerta di abbigliamento, denim e accessori. Basti pensare al recente annuncio da parte della società di un’imminente riduzione del 15% della propria forza lavoro.
Il direttore finanziario dell’azienda, Harmit Singh, riporta Reuters, ha affermato che il produttore di jeans “si sente fiducioso” nei confronti di un consumatore statunitense più “stabile”. Il sentiment espresso ha sortito sul titolo di Levi Strauss un balzo in avanti del 7% in Borsa nell’extendend trade.
Quello di Levi Strauss, tuttavia, resta un primo trimestre in calo su tutti i fronti, con ricavi pari a 1,6 miliardi dollari, in flessione dell’8 per cento su base annua. Unica eccezione, il canale direct-to-consumer (+7%) e l’e-commerce (+13%), che non sono però stati sufficienti a compensare il rallentamento nelle Americhe (-11%), in Europa (-7%), e del segmento wholesale (-18 per cento).