‘Art’ ma pur sempre ‘guerrilla’. Appaiono dall’oggi al domani sui muri, sotto i ponti, nelle strade meno battute. Una sorta di seconda città, degli emarginati, dei reietti, dei dimenticati. Proprio lì, dove la ‘civiltà’ si trascina indolente, entra in azione un supereroe delle coscienze. Il suo nome d’arte è Banksy, un writer inglese che con i suoi graffiti e stencil critica, tramite immagini satiriche, la politica, le istituzioni, il capitalismo, la cultura e l’etica contemporanee.
Qui entra in scena un altro creativo. Il canadese Jeff Friesen, fotografo nonché appassionato di Lego, che ha pensato di ricreare le opere del writer con i famosi mattoncini danesi e di fotografarle. La serie si chiama Bricksy (da brick, ‘mattone’). Ufficialmente non esiste alcun accordo tra il fotografo, Banksy e Lego. L’iniziativa di Friesen sembrerebbe indipendente e legata ai passatempi del fotografo con sua figlia (lo racconta lui stesso online). Sta di fatto che per il brand di costruzioni giocattolo il ritorno di immagine è notevole, al di là del fatto che non saranno create né vendute confezioni ad hoc. “Tutto il materiale – come spiega Friesen – è già disponibile, bisogna solo trovarlo e abbinarlo.”
D’altronde Banksy è un brand che funziona.
Eppure si parla di un uomo che poco rientra nella logica spensierata di un passatempo da ragazzi, che è capace di fingersi venditore ambulante di stampe delle sue opere e di lasciarsi ignorare dalla gente che non si accorge di poter acquistare ‘sottocosto’ vere opere d’arte stimate in migliaia di euro. O che si introduce di nascosto nei musei per inserire nel contesto le sue opere mimetizzandole tra le altre. Non è mancanza di rispetto, è ‘guerrilla art’. Un modo, ancora valido, per creare uno shock nella routine e catturare l’attenzione.
Street art e denuncia, una realtà non nuova eppure estremamente potente.
‘Carine’, ‘divertenti’, sono le parole che rimbalzano sul web da un sito all’altro quando si parla di queste nuove proposte ‘per collezionisti’, ritratte da Friesen. Aggettivi che poco hanno a che fare con lo spirito polemico degli originali.
Et voilà! Il gioco di prestigio è fatto. D’incanto l’aura di contrizione morale lascia il posto all’intrattenimento da casa borghese. Déjà-vu.