Lampoo finalizza un nuovo round di investimento. Questa volta la piattaforma di lusso second hand, nata all’inizio del 2020 a Milano, ha ottenuto un’iniezione di capitale da 6 milioni di euro, che arriva in seguito a quella da un milione messa a segno a febbraio 2019.
Per la raccolta di capitali la società si è avvalsa della consulenza di Proximity Capital e FG2 Capital e ha aperto le porte a noti imprenditori della moda e del lifestyle. Da Vente Privée/Privalia, Yoox, Hermès e Gucci ma anche Louis Vuitton e boutique del lusso multibrand arrivano i talenti che compongono il team Lampoo, tutti con un background consolidato nel settore. I nuovi fondi serveranno a sostenere l’attuale trend di crescita della piattaforma grazie a maggiori investimenti sulle strategie di marketing, il miglioramento delle piattaforme tecnologiche e della digitalizzazione, con lo scopo di porsi come un benchmark all’interno del settore.
Settore, quello del resale, che sta vivendo un momento d’oro e ha trovato nella pandemia un’ulteriore spinta: secondo l’Osservatorio 2020 Second Hand Economy nei dodici mesi il comparto era arrivato a pesare sul mercato tricolore 23 miliardi di euro, pari all’1,4% del Pil. E l’online ne rappresenta il 46%, ovvero 10,8 miliardi di euro.
Lampoo ha sperimentato lo stesso boost, assistendo a una crescita del proprio fatturato e della propria base utenti in modo costante durante tutto lo scorso anno. I primi sei mesi del 2021, ha anticipato la start-up, sembrano confermare questa tendenza ascendente, registrando un giro d’affari che ha già superato quello dello stesso periodo dell’anno precedente.
Il round di finanziamento permetterà, inoltre, di ampliare la rete retail di Lampoo, già attiva dallo scorso dicembre con la prima boutique milanese, nonché primo store in assoluto, aperta nel cuore di Brera. Riguardo agli opening all’orizzonte, il CEO e founder Enrico Trombini* ha raccontato a Pambianconews che la prossima apertura sarà “sempre a Milano, ma identificheremo una nuova location più grande di quella attuale, così da poter proporre anche l’abbigliamento, cosa che
ora non facciamo per via dell’attuale metratura che ci ha portato a dedicare lo store a borse e accessori”.
“Ma – ha proseguito Trombini – rivedremo anche il nostro concetto retail, che, rimanendo luxury come posizionamento, dovrà maggiormente trasmettere il modello sostenibile di moda circolare che proponiamo. Questo si tradurrà in un’architettura e design degli spazi peculiare, a diversi servizi offerti per le clienti, fino al coinvolgimento delle stesse in più iniziative.”
Gli store sembrano quindi ricoprire un ruolo chiave nella strategia di Lampoo, nonostante la sua vocazione digitale. Ha infatti spiegato Trombini: “Per noi gli store servono in primis per aumentare la nostra brand awareness in un segmento della moda, l’usato, dove la credibilità è tutto ed è difficile da guadagnare. Ma gli store sono anche sinergici per quel che riguarda il reperimento dei prodotti. Infatti diventano dei veri e proprio centri di approvvigionamento, le consumatrici portano i prodotti direttamente in negozio per ricevere le quotazioni e poi decidere di affidarceli”.
“Gli store si affiancano quindi al sourcing online che avviene tramite il nostro sito e aiutano la top line con vendite incrementali”, ha concluso l’imprenditore.