A Condé Nast sono arrivate oltre 2mila candidature in un mese per il primo corso della sua ‘Social Academy‘, progetto lanciato dal palco del Convegno Netcomm-Pambianco dello scorso luglio, e oggi ai nastri di partenza. Questa mattina, al Teatro Litta di Milano, sono state presentate le 20 persone scelte, tutte donne, per le 250 ore di formazione, in collaborazione con L’Oréal Luxe e con Sda Bocconi.
“Delle 2mila candidature ricevute, più della metà erano valide, cioè rispettavano i requisiti richiesti: candidati over 19, con iscrizione universitaria in corso e buona conoscenza della lingua inglese. Le 20 finaliste sono uno spaccato rappresentativo del nostro Paese, provengono da regioni molto diverse, hanno una internazionalità di fondo e una spiccata passione per il beauty”, ha spiegato Luca Dini, direttore editoriale e numero uno della comunicazione corporate di Condé Nast Italia.
Soltanto tre le candidature maschili arrivate. Il corso, d’altra parte, sarà completamente gratuito e permetterà loro di uscire con un titolo di studio riconosciuto, oltre che di aggiungersi alla rete già costituita di oltre 300 influencer che collaborano con la casa editrice. Chi finirà il corso, insomma, diventerà parte di un vero e proprio network Condé Nast, e si presume lavorerà anche a diversi progetti con i clienti del gruppo editoriale.
“I temi fondamentali oggi – ha commentato Fedele Usai, AD di Condé Nast Italia – sono innovazione, etica e responsabilità. Bisogna sfatare l’equivoco per cui gli influencer sono corpi estranei di una media company. Noi ci proponiamo come collettore di profili interessanti e come loro regolatori: la modalità di comunicazione che incentiviamo è nuova e soprattutto responsabile”.
A seguito di questo primo corso, sono già previsti altri due master per il 2018, aperti non più a 20, ma a 40 partecipanti ciascuno, incentrati non più soltanto sul beauty, ma anche sul lifestyle, sul food e sul tech, con sponsor in via di definizione. L’investimento da parte della casa edtrice e di L’Oréal non è stato reso noto, ma Usai ha parlato di “un master in Bocconi, moltiplicato per il numero di partecipanti”. Una spesa importante, insomma, che segna lo spostamento di equilibri del gruppo, impegnato in una profonda riorganizzazione interna.