Il rapporto tra fashion world e Formula 1 è diventato negli ultimi anni sempre più costante. Da quando, nel 2019, è stata presentata la prima stagione della docuserie Netflix ‘Drive to survive’, uno spaccato che racconta le vicende interne del paddock più esclusivo al mondo, l’America (e non solo) si è accorta dello spettacolo che offre la regina del motorsport, del suo potenziale ancora inespresso, ma soprattutto del suo importante valore economico, in uno sport dove – per dare un’idea – le spese dei team si aggirano attorno ai 200 milioni di euro.
Grazie alla forte risonanza della serie, questa categoria del motorsport ha cambiato completamente target: se prima interessava esclusivamente una generazione di appassionati Gen X, adesso punta tutto sui Millennials e in particolar modo sulla Gen Z. Un cambio di direzione che ha spianato la strada ad una completa copertura sui social media, ad eventi dedicati in tutte le parti del mondo, piloti sempre più giovani e, soprattutto, a nuovi investitori. Molti dei quali, in cerca di una maggiore visibilità, provengono proprio dal mondo del fashion.
L’ultimo annunciato, in ordine di tempo, è Palm Angels. Il brand italiano di streetwear fondato da Francesco Ragazzi, ha reso noto recentemente che sarà l’Entartaiment curator di Haas F1 Team, la scuderia americana guidata da Guenther Steiner (team principal della Haas ma anche star della serie Netflix). Una partnership che prenderà vita a partire dal 2023, e che si unisce a quella annunciata da Hugo Boss con il team Aston Martin durante il gran premio di Silverstone. Per l’occasione, era stato infatti reso pubblico che il marchio tedesco avrebbe fatto il suo grande ritorno in Formula 1 a partire dalla prossima stagione, rinnovando un rapporto durato per ben 30 anni.
Tornando indietro al 2021, è stata Ferrari invece a spalancare definitivamente le porte al mondo della moda, con la presentazione della luxury label omonima disegnata da Rocco Iannone. A precederla in questa sfida, anche se con un mercato di riferimento diverso e senza alcuna sfilata, è stata nel 2016 Alpha Tauri, con il lancio della sua linea di abbigliamento premium, che ha visto recentemente l’apertura del suo primo flagship store a Londra. Qualche mese fa invece è stato il turno di Berluti, che in concomitanza con il gran premio di Miami ha annunciato la propria collaborazione con BWT Alpine come ‘partner di eleganza’ del team automobilistico francese. Sempre quest’anno, ad aprile, Ciesse Piumini* ha svelato un’importante partnership con Alfa Romeo F1 Team Orlen.
L’obiettivo dei brand nel perseguire questo fenomeno è apparire ancora più desiderabili e trasversali. Se oggi sempre più notorietà di prodotto deriva direttamente dalle così dette ‘celebrity’, allora perché non puntare su una categoria emergente come quella dei piloti e dei team che gli ruotano attorno? Ne sono l’esempio perfetto Daniel Ricciardo, Max Verstappen, Charles Leclerc e Carlos Sainz, che per la prima volta quest’anno sono apparsi sulle copertine dei magazine GQ e Vanity Fair. Ma anche Lewis Hamilton, detentore di sette titoli mondiali e sportivo dal quale è nato il caso di ‘pilota-celebrity’, che, anche data la sua vicinanza con il fashion system, è diventato il volto maschile della recente campagna Pink PP di Valentino.
Che il mondo della Formula 1 stia cambiando, e che non sia più l’impero per soli appassionati creato da Bernie Ecclestone, è sempre più evidente. La proprietà era infatti stata venduta nel 2016 dal suo patron e attualmente appartiene alla società americana Liberty Media Corporation. Ciò che più ha influito sul cambio di rotta è stata la nuova dirigenza: alla guida della massima categoria delle veloci monoposto c’è dal 2020 Stefano Domenicali (Presidente e CEO di Formula 1) che, tramite le sue iniziative, ha contribuito ha creare un vero e proprio brand itinerante, capace di attirare a sé brand e partner sempre più importanti.
*Notizia modificata il 21/11/2022 alle ore 14.26