Il gender fluid non è solo una tendenza da passerella. A testimoniarlo è l’ultimo report redatto da Lyst, noto motore di ricerca dedicato al mondo della moda fondato da Christ Morton. Nel secondo trimestre del 2021 la ricerca di capi agender è cresciuta del 46% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il documento, redatto dalla piattaforma usata da oltre 150 milioni di persone all’anno per acquistare prodotti da 17mila brand e negozi, analizza i comportamenti di acquisto inclusi tassi di conversione e vendite oltre a dati Google, menzioni e statistiche di engagement sui social media.
Per la top 10 dei prodotti più desiderati i filtri di ricerca vengono applicati a oltre otto milioni di prodotti. Ebbene, a riprova della tendenza ad una moda sempre più fluida e delle contaminazioni continue tra generi, la selezione dei dieci prodotti più richiesti nella sezione maschile vede la Baguette di Fendi alla posizione numero sei. La celebre it bag, entrata di diritto nella storia della moda grazie anche ad alcune scene cult della serie Sex & The City, è stata proposta anche per uomo a partire dalla autunno/inverno 2019. Stagione dopo stagione è entrata nell’immaginario collettivo non più solo come accessorio femminile ma anche per uomo. Silvia Venturini Fendi, a capo del menswear e degli accessori della maison romana, ha costantemente inserito sempre nuovi accessori di piccole dimensioni nelle sue proposte. In classifica spicca anche la gonna a pieghe di Thom Browne, capo senza dubbio originariamente legato al guardaroba per lei, che staziona al numero dieci. In cima ci sono le ciabatte Adidas Yeezy ideate da Kanye West, già viste nei profili di numerose influencer, in primis Chiara Ferragni.
La top 10 degli hottest brand vede primeggiare per il quarto trimestre consecutivo Gucci la cui direzione creativa, con l’arrivo di Alessandro Michele, ha certamente reso meno netto il confine di genere di alcune categorie merceologiche. Osservando in maniera macroscopica il report i consumi riflettono certamente l’arrivo dell’estate con l’aumento notevole di ricerche per vestiti (+371%), occhiali da sole (+198%) e beachwear (+192%).
Il successo delle proposte agender trova riscontro in alcuni pareri raccolti da Pambianconews. Aldo Gotti, General manager delle luxury boutique Modes, dichiara: ” L’approccio unisex contraddistingue il nostro Dna, che si esprime in termini di selezione del prodotto e nello stile compositivo in cui viene disposto, con un atteggiamento di intercambiabilità tra i diversi gender”. Il fenomeno in Giappone sembra circoscritto soprattutto alla dimensione virtuale, come spiega Elena Dusi, direttore della divisione italiana moda di Itochu: “Le vendite online sono aumentate in percentuale soprattutto a causa del Covid-19. Il prolungamento delle chiusure dei negozi e department store dovuta all’emergenza sanitaria ancora in atto continua a favorire questa tendenza. Sicuramente le nuove generazioni sono maggiormente interessate alle collezioni agender e li acquistano online. Per la distribuzione wholesale invece abbiamo purtroppo ancora poche richieste di collezioni agender”.
Mauro Galligari, fondatore e CEO dello showroom Studiozeta analizza il fenomeno dal punto di visto storico prima di soffermarsi sulle tendenze attuali: “La moda ha sempre rappresentato la società in tutti i suoi aspetti. Anzi, molte volte è stato proprio il fashion ad essere precursore ed a condizionare comportamenti futuri. Basti pensare a come la minigonna inventata da Mary Quant sia stata un vero e proprio booster di emancipazione per tutte le donne. Così come nei primi anni 80, la gonna che Jean Paul Gaultier fece indossare ai propri modelli in passerella è stato un vero e proprio acceleratore di emancipazione per tutto il movimento Glbt. In questo periodo tanti brand, soprattutto fondati dagli stiliti più giovani, nascono con questa nuova immagine e denominazione ‘genderless’. È una vera e propria rivoluzione che proviene dal basso, che sta trovando i punti vendita fisici alquanto impreparati. I department store sono ancora divisi in reparto uomo o donna, così come i buyer stessi si dividono ancora fra buyer uomo e buyer donna. E da sempre tutte le rivoluzioni che partono dal basso, trovano i vertici alquanto impreparati per non dire sorpresi. Credo però che la moda genderless farà un gran bene a tutta la società a venire, insegnando al cliente finale ad esprimere meglio le proprie identità e soprattutto ad esprimere meglio le proprie creatività. Perché non dobbiamo mai dimenticare che la moda è anche gioia, divertimento e creatività. Il genderless insegnerà a tutti ad avere più rispetto del prossimo, accettandone le diversità, che sono sempre sinonimo di arricchimento personale”.
Roberta Valentini, fondatrice e anima delle storiche boutique Penelope a Brescia, conferma il ruolo centrare dell’online e ha fiutato il fenomeno agender anni fa: “Nella moda è necessario che l’aria cambi per promuovere e far ricominciare le vendite. Da 20 anni ho aperto il negozio Boysloft già in origine basato su proposte unisex, ho sempre avuto uno spiccato senso di libertà sin da giovane. Oggi si intravedono anche a Brescia tendenze più sottili che seguono questi mood, magari per eventi particolari. La moda è socialità e fa parte dell’oggi, ti fa capire da che parte stiamo andando, per me siamo tutti liberi di scegliere. Personalmente ho sempre amato anche l’oversize, alcuni capi sono poi finiti su qualcuno o qualcuna con grande libertà di scelta”.