La Cina aiuta Supreme nella lotta contro i fake. Da anni il marchio americano cerca di arginare il mercato della contraffazione che, soprattutto nel Paese asiatico, prolifica velocemente. Alla fine dello scorso gennaio, il Chinese Trade Mark Office ha intensificato le azioni atte a proteggere il marchio dai falsari a partire dalla chiusura del celebre store Supreme di Shanghai, notoriamente riconosciuto come punto vendita di prodotti contraffatti. I caratteri distintivi tutelati dall’ente cinese comprendono adesso scarpe, abiti, accessori e underwear a marchio registrato Supreme.
In passato Supreme Italia, non quella nata a New York nel 1994, bensì quella di proprietà di International Brand Firm Limited, ha perso i propri marchi registrati proprio in Cina, revocati dal China Trade Mark Office. All’epoca Supreme non deteneva alcun marchio registrato in Cina.
La label statunitense gode di enorme successo tra i giovani in tutto il mondo, come dimostrato dalle 251 registrazioni del marchio in ben 106 giurisdizioni. La popolarità del marchio è aumentata anche tra i clienti del segmento lusso grazie a capsule collection realizzate in collaborazioni con le griffe Louis Vuitton e Rimowa. Le numerose limited edition, come quella con l’artista giapponese Takashi Murakami, incrementano inoltre il business dei reseller online e dei collezionisti toccando cifre da capogiro.