Oltre a Taipei e Hong Kong, anche Shanghai da ieri gode di una zona dedicata al libero scambio commerciale. Lo riferisce l’agenzia ufficiale Xinhua, spiegando che l’area, grande 29 chilometri quadrati, “è un banco di prova per la leadership cinese verso riforme orientate al mercato”. In sintesi, il governo cinese sta testando su questa area una serie di riforme economiche prima di attuarle in altre aree del Paese. Il governo si è impegnato ad aprire 18 settori al capitale straniero e a quello privato: dalla finanza allo shipping, dalla cultura all’educazione, dai servizi alle banche. Il progetto pare sia stato fortemente voluto dalla città di Shanghai, preoccupata di rimanere indietro rispetto a Hong Kong e Taipei, entrambe piazze offshore dello yuan. L’obiettivo è quello di arrivare alla piena convertibilità dello yuan entro cinque anni. Secondo gli analisti locali ci vorranno almeno tre anni per adeguare l’area agli standard internazionali.