Era già successo nel 1952, nel 1972 e nel 1992: di nuovo, come una sorta di maledizione, anche quest’anno il più nobile
dei sauternes non andrà in bottiglia: il Chateau d’Yquem, una delle cantine più famose del pianeta, rinuncia a 25 milioni di euro “per restare all’altezza della storia”. Niente produzione per il 2012 per il vino che ha fatto la storia dell’enologia francese: a dire l’ultima parola è stato Pierre Lurton, l’unico uomo del vino di cui il gruppo Lvmh si fida ciecamente, forse perché ha trasformato l’azienda mito in una macchina da utili per Arnault. “Un marchio come il nostro – ha detto Lurton – deve essere capace di dire no a un’annata. Per la nostra immagine, per restare all’altezza della nostra storia dobbiamo rinunciare a queste centomila bottiglie, che vogliono dire 25 milioni di euro di fatturato. Ma quando si parla di Yquem non usiamo gli stessi parametri che utilizziamo quando stiliamo un bilancio”. La colpa della mancata vinificazione è del clima, anche se c’è qualcuno che parla di una vera e propria maledizione: nonostante negli ultimi due secoli sia accaduto una decina di volte, ci sarebbe una continuità che autorizza i più assidui frequentatori della tenuta appartenuta ai marchesi di Lur Saluces a fare dietrologia. A non essere mai andate in bottiglia sono le annate 1952, ’72 e ’92, e adesso il 2012: una ricorrenza che ha dell’incredibile.