La prima opzione, già avallata dal board Samsonite, è lo sbarco al London stock exchange entro l'anno. E infatti il celebre brand di valigie ha già ingaggiato Merrill Lynch e Goldman Sachs. C'è però chi lavora per una soluzione a sorpresa: un'offerta chiavi in mano fino a 1,4 miliardi di dollari da mettere sul piatto degli attuali proprietari Ares management di Los Angeles (38,2%) più Bain capital e Ontario teachers pension fund (24,1 % a testa). Cioè la cordata di fondi e investitori che sei anni fa rilevarono la Samsonite dalla conglomerata Astrum.
Motore del progetto in preparazione è Giuseppe Fremder (nella foto), 53 anni, da sempre l'uomo azienda di Samsonite in Italia, nonché co-azionista della branch con sede a Milano. Fremder ha portato la filiale italiana al 20% o quasi del gruppo (180 milioni di dollari tra ricavi diretti e licenze) e a un terzo dell'Ebitda della corporation di Mansfield (Massachusetts).
Gli altri partner della cordata in preparazione, in quello che si configura come un management buyout, sono due pezzi da novanta del private equity: Eurazeo e Permira, che studia l'offerta con il partner Nicola Volpi. Le munizioni dovrebbe metterle un consorzio bancario a cui lavora Abn Amro con linee fino a 950 milioni di dollari.
Per Samsonite si preparerebbe quindi un dual track. Da una parte l'ipo a Londra, un ritorno in Borsa visto che il leader mondiale delle valigie fu delistato dal Nasdaq nel 2002 e le azioni sono ora trattate all'Otc (Over-the-counter). Dall'altra, trattative con una o più cordate di fondi e manager.
Il turnaround ha portato i ricavi a 1,1 miliardi di dollari (42% in Europa) con 160 milioni di ebitda. I negozi monomarca sono diventati 300, lo stile del brand Black label è stato affidato ad Alexander McQueen, come testimonial è stato ingaggiato l'attore Jean Reno. E tra le licenze sono arrivate Lacoste e Timberland.
Estratto da Il Mondo del 17/05/07 a cura di Pambianconews