Kopenhagen Fur annuncia di essere costretta, a causa del Covid-19, a “ridimensionare gradualmente l’azienda ed effettuare una chiusura controllata per un periodo di 2-3 anni”. Per la più grande casa d’aste di pellicce al mondo, però, potrebbe non essere una scelta temporanea, ma addirittura definitiva. La notizia arriva in seguito al provvedimento emanato dal governo danese lo scorso 4 novembre, che ha ordinato ai produttori di abbattere in massa i visoni per scongiurare il pericolo di una mutazione del virus, che porterebbe al passaggio della malattia dall’animale all’uomo.
Fondata nel 1930, Kopenhagen Fur è una società cooperativa di proprietà di 1.500 allevatori danesi e nel 2018-2019 ha fatto da tramite per la vendita di 24,8 milioni di pellicce di visone. L’azienda ha ancora in magazzino sei milioni di pelli, sufficienti per portare avanti le aste dell’anno prossimo (dovrebbero svolgersene quattro), del 2022 e probabilmente anche di inizio 2023. L’intenzione è liquidare gradualmente il business, in cui sono coinvolti 300 dipendenti.
La Danimarca è uno dei principali esportatori di pelliccia di visone, e ogni anno vengono prodotti circa 17 milioni di questi accessori. Da sola la Kopenhagen Fur provvede a soddisfare il 40% della richiesta mondiale, particolarmente forte in Cina e Hong Kong. Secondo le stime del governo, che ha promesso di risarcire gli allevatori, l’abbattimento di 15 milioni di esemplari avrà un impatto di circa 5 miliardi di corone (671 milioni di euro). Secondo quanto riportato da BoF, le pelli di visone riguardano lo 0,7% delle esportazioni dalla Danimarca e coinvolgono una forza lavoro di circa 3mila persone.