Il quartiere londinese di Knightsbridge, tra le shopping destination principali della capitale inglese, si attende un’affluenza “eccezionale” durante le festività natalizie, tanto da superare i livelli del 2019, quando la pandemia Covid-19 non aveva ancora assottigliato i flussi turistici. A fissare queste stime è Knightsbridge Partnership, l’ente che rappresenta le aziende della zona e che prevede anche un aumento della spesa totale nell’area. A Knightsbridge, del resto, trovano casa due insegne simbolo degli acquisti natalizi (e non solo) di Londra: Harrods e Harvey Nichols. L’associazione ha dichiarato che il traffico da gennaio a ottobre è aumentato, in media, del 27,7% al mese, seppur in un confronto ‘facile’, visto che il 2022 registrava ancora l’onda lunga della pandemia. A novembre e dicembre, ipotizza sempre la Knightsbridge Partnership, il footfall dovrebbe segnare, rispettivamente, un +20% e un +55% rispetto agli ultimi due mesi del 2019.
Inoltre, secondo l’analisi di Diane Wehrle, fondatrice di Rendle Intelligence and Insights, basata sui dati MRI OnLocation e Beauclair, l’incremento del numero di visitatori potrebbe tradursi “in un balzo a due cifre del valore delle transazioni”. Steven Medway, CEO di Knightsbridge Partnership, ha aggiunto: “Quest’anno abbiamo assistito al ritorno a Londra dei big spender internazionali, indubbiamente supportati da una sterlina più debole rispetto agli anni pre-pandemia, e questo ha consentito al commercio al dettaglio e all’ospitalità di imboccare la via della ripresa”. Un grosso ostacolo, in questo senso, è però lo stop del governo inglese allo shopping tax free. A ribadire l’allarme, allineandosi alle dichiarazioni di tutti i luxury brand inglesi, è stato, a inizio 2023 lo stesso Michael Ward, managing director di Harrods, ricordando come questa decisione oggi favorisca lo shopping dei turisti Parigi e Milano, dove possono richiedere il rimborso dell’Iva.
Nell’anno fiscale al 28 gennaio 2023, Harrods ha registrato un fatturato in aumento da 581,9 milioni a 831,6 milioni di sterline (da 669,2 a 956,4 milioni di euro), mentre il valore lordo delle transazioni è aumentato del 47% a 2,3 miliardi di sterline. L’utile operativo è quasi triplicato da 55,5 a 158,4 milioni di sterline. Nonostante i dati positivi, il fatturato è ancora al di sotto dei livelli pre-pandemia.