Kering ha versato all’Erario italiano 186,77 milioni di euro di le tasse evase in Italia rispetto alle attività di Bottega Veneta. La somma è stata versata “a titolo di maggiori imposte dovute, sanzioni e interessi” e riguarda il periodo compreso tra il 2012 e il 2019. A rendere nota l’operazione un comunicato del procuratore facente funzione di Milano, Riccardo Targetti, che ha fatto riferimento alle indagini della Guardia di finanza che hanno portato alla luce “l’esistenza e l’operatività in Italia di una stabile organizzazione occulta di una società di diritto elvetico, operante come polo commerciale e distribuitivo all’interno” di Kering, come precisano le agenzia di stampa.
Nel mirino la divisione della Luxury Goods International del gruppo Kering, con sede a Campedino in Svizzera e la società Bottega Veneta SA, anch’essa con sede in Svizzera e “titolare dal 2012 dei diritti di sfruttamento del marchio del lusso in qualità di intellectual property owner”, secondo quanto emerso dall’indagine delle fiamme gialle. La Gdf ha dimostrato la reale operatività sul territorio italiano delle due consociate estere del gruppo Kering “favorendo così la rideterminazione del reddito imponibile non dichiarato e delle imposte evase in Italia”. Al momento, riporta la stampa italiana, risultano quattro le persone indagate per omessa dichiarazione dei redditi, rappresentanti legali pro tempore delle due società svizzere.
La Procura di Milano ha poi rilevato come la principale consociata estera “aveva conseguito in territorio elvetico un ingente risparmio d’imposta” attraverso la stipula di un tax ruling (la predeterminazione di una tassa), con l’Amministrazione fiscale svizzera. Accordo che ha permesso di abbattere dal 70% al 50% le imposte cantonali, federali e comunali ottenendo un tax rate effettivo medio pari al 7,87 per cento.