Inditex chiude il 2021 con numeri d’oro, segno che anche il fast fashion, colpito dalla pandemia e dalle chiusure degli store, ha invertito la rotta tornando quasi ai livelli pre-Covid. Nell’ultimo anno conclusosi il 31 gennaio, le vendite hanno raggiunto 27,7 miliardi di euro, il 36% in più rispetto al 2020. Nel 2019 i ricavi del colosso galiziano si erano attestati a quota 28 miliardi di euro. Il dato ancora più significativo dell’annata positiva di Inditex è l’utile netto che è più che raddoppiato nel 2021 a 3,2 miliardi di euro (+193%). Il margine lordo si è attestato al 57,1%, il livello più alto in sei anni, mentre l’ebitda è stato di 7,2 miliardi di euro e l’ebit è stato di 4,28 miliardi di euro, con una crescita anno su anno rispettivamente del 57,8% e del 184,2 per cento. Ma i risultati hanno comunque deluso le aspettative degli analisti (il titolo ha aperto le contrattazioni con un lieve calo dello 0,5%), a causa del calo dell’attività legato alla variante Omicron nell’ultimo trimestre.
Il colosso spagnolo della vendita al dettaglio cui fanno capo brand come Zara, Oysho, Massimo Dutti e Bershka, ha affermato che le restrizioni in paesi come Germania e Giappone indotte dalla diffusione della variante Omicron nel quarto trimestre hanno comportato un impatto negativo di 400 milioni di euro.
Se è vero che il Covid resta un’incognita per Inditex come in generale per tutto il mondo della moda, c’è però da sottolineare che anche per il colosso del low cost il 2021 ha segnato una ulteriore spinta strategica verso l’online. Le vendite sul web sono aumentate del 14% nel 2021 raggiungendo un valore di 7,5 miliardi di euro. Il gruppo si aspetta che l’e-commerce, che ora rappresenta il 25% del turnover complessivo, arrivi a superare il 30% delle vendite totali entro il 2024.
Gli occhi ora sono puntati sul primo trimestre del 2022. Il gruppo ha dichiarato di vedere nel 2022 “grandi opportunità di crescita”. L’avvio sembra positivo. Tra il primo febbraio e il 13 marzo le vendite in store e online sono aumentate del 33% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima, e sono cresciute del 21% rispetto ai livelli pre-Covid. I ricavi, quindi, in questa prima fase sembrano non risentire particolarmente degli effetti della crisi ucraina. Come precisa Inditex nella nota, tra febbraio e metà marzo le vendite in Russia e Ucraina rappresentano il 5% della crescita messa a segno nel periodo indicato.
Restano comunque aperte numerose sfide per il gigante galiziano. Come ricorda l’agenzia Reuters, il prossimo mese Marta Ortega, figlia del fondatore di Inditex Amancio, assumerà la carica di presidente del gruppo e la nuova squadra dovrà affrontare sfide tra le pressioni inflazionistiche e le incertezze causate dalla guerra in Ucraina
“La domanda di abbigliamento era già stata debole in Europa quest’anno e qualsiasi ulteriore debolezza nel contesto della domanda renderà ancora più difficile superare i costi di input più elevati in un settore deflazionistico”, ha affermato Credit Suisse in una recente nota ai clienti.
Ieri il gruppo svedese H&M ha diramato una nota sulle vendite del primo trimestre dell’anno, in crescita del 23% ma anche in questo caso gli analisti hanno penalizzato il titolo sulla scia delle preoccupazioni per l’impatto della guerra in Ucraina