Nonostante l’austerità, i grandi eventi mediatici in Cina mantengono dimensioni senza eguali. L’appuntamento 2021 con il Singles Day di Alibaba che, tradizionalmente si tiene l’11 novembre e che ha raggiunto ormai un impatto sul mercato domestico superiore al Black Friday statunitense, si è chiuso con il tasso di crescita più basso di sempre. Ma, in ogni caso, i clienti delle piattaforme di Alibaba hanno speso complessivamente 540,3 miliardi di yuan (pari a circa 74 miliardi di euro), quindi un ammontare superiore di circa l’8,5% a quello realizzato l’anno scorso. Nel 2020, l’incremento era stato del 26%, ma non è una sorpresa: gli addetti ai lavori si aspettavano un rallentamento dovuto a un’economia più lenta e un controllo normativo più rigoroso.
Di certo, però, è un segnale significativo del cambio di clima in Cina, Paese dove iniziano evidentemente a farsi sentire le cosiddette politiche di ‘prosperità comune’ annunciate quest’estate e le difficoltà della catena di approvvigionamento delle materie prime che hanno frenato anche la produzione cinese.
Le vendite del Singles Day sono cresciute a due cifre ogni anno da quando Alibaba ha fondato il festival nel 2009, arrivando a fare impallidire il Cyber monday negli Stati Uniti. Nel 2020 Alibaba e il principale concorrente JD.com hanno raggiunto complessivamente vendite per un corrispettivo di 115 miliardi di dollari. Ma i venti nel frattempo sono cambiati. Il gigante dell’e-commerce è caduto in disgrazia alla fine dello scorso anno dopo le critiche rivolte dal fondatore Jack Ma ai regolatori del governo che, in risposta, hanno fatto naufragare l’Ipo più grande della storia da 37 miliardi di dollari di Ant Financial, la società fintech del gruppo. Alibaba è stata poi multata ad aprile per 2,8 miliardi di dollari per comportamenti anti concorrenziali.