Lo dicono tutti i principali analisti di mercato: la crisi pandemica ha portato ad una straordinaria accelerazione dei processi digitali; in pochi mesi si sono raggiunti livelli di digitalizzazione che, in condizioni normali, si sarebbero forse ottenuti nell’arco dei prossimi tre o quattro anni.
Nel suo studio “The State of Fashion 2021”, McKinsey riporta come la trasformazione digitale sia considerata dall’industria della moda la più importante opportunità di successo. Non solo le aziende fashion hanno abbracciato con entusiasmo una digitalizzazione ‘customer-facing’, mirata a offrire nuove esperienze di acquisto al cliente – nuovi canali social, dirette live streaming, potenziamento dell’e-commerce – ma sempre più, comprendono l’importanza di digitalizzare i processi di back-end e di sviluppo prodotto.
Dal design al campionamento e alla prototipia, fino ai processi di acquisto e alla gestione della supply chain, la digitalizzazione può apportare sostanziali benefici in termini di efficienza, time- to-market e capacità di risposta ai cambiamenti di mercato.
La digitalizzazione è più di un trend
Oggi, per le imprese della moda, la digitalizzazione non è un fattore di preferenza ma una vera e propria necessità. E’ infatti il cliente a richiederla, abituatosi ad acquistare e a ritirare il prodotto ovunque e in qualsiasi momento utilizzando tutti i canali a sua disposizione. Ad accelerare la spinta alla digitalizzazione sono anche i nuovi stili di lavoro e i nuovi assetti della supply chain generati dalla crisi pandemica, insieme alla crescente focalizzazione verso gli aspetti di sostenibilità.
Lo smartworking, oggi diffusissimo in ogni settore, ritrova nella moda alcune situazioni di criticità come le sessioni di fitting o l’approvazione dei campioni; processi che in passato avrebbero richiesto incontri di persona e che oggi possono essere supportati dalle nuove tecnologie digitali. Le sessioni virtuali, alternativa unica in periodo di lockdown, sono sempre più una modalità parallela a quelle in presenza che per quanto preferibili non rappresentano più la sola possibilità.
Le interruzioni purtroppo sempre più frequenti nelle supply chain della moda – reti estese e per natura vulnerabili -, stanno spingendo tutti gli operatori del settore a trasformare processi transazionali di gestione della supply chain, in processi collaborativi e digitali. Questi consentono più visibilità e controllo a tutti i livelli, compreso un monitoraggio stretto sui requisiti di sostenibilità, tema caro a oltre l’80% dei consumatori.
Digitalizzare tutto il ciclo di vita del prodotto con il PLM
Un’autentica trasformazione digitale richiede di superare un approccio a silos – ancora tipico di molte imprese – e di integrare informazioni, processi e persone. Il PLM (Product Lifecycle Management) è quella tecnologia che consente alle aziende della moda di centralizzare i dati, ma anche di orchestrare e digitalizzare i processi per loro più importanti.
Con il PLM, digitalizzazione e collaborazione raggiungono tutti i processi aziendali e i partner di supply chain:
- Digital Design: bozzetti e moodboard sono realizzati in modo digitale e immediatamente resi disponibili a tutto il team creativo e ai product manager. La possibilità di immagazzinare tutto il patrimonio di collezione in un unico repository condiviso, facilita la ricerca di informazioni, il co-design, il riutilizzo di elementi esistenti accelerando enormemente i tempi di sviluppo della collezione.
- Digital Sampling: strumenti 3D e per la realtà aumentata integrati nel PLM consentono di visualizzare il rendering di nuovi capi, tessuti e prodotti e di testarli in modo virtuale, valutandone ad esempio, la vestibilità secondo diverse prospettive.
- Gestione della Supply Chain: attraverso il PLM, i partner di produzione accedono a tutte le informazioni (in forma digitale) necessarie per attivare la produzione: disegni tecnici, distinte base, informazioni di costo e ordini. Gli obiettivi di sostenibilità sono pubblicati al fornitore e il loro raggiungimento è controllato attraverso il sistema. Formalizzando le proprie politiche green, gli operatori della moda si predispongono ad un miglioramento continuo.
Per saperne di più, leggi il comunicato: Prénatal Retail Group si affida ad Aptos per un PLM ‘digital-first’