Tutto diverso ma niente di nuovo. Lo scorso giugno Lanvin aveva annunciato un’inedita collaborazione: “Lanvin Lab ha invitato l’acclamato artista vincitore di Grammy Future a disegnare una capsule collection che celebra una visione innovativa e individualista, che colma il divario tra musica e moda”. La collezione è stata appena svelata dalla storica maison francese attraverso alcune immagini che ne illustrano l’ennesima metamorfosi.
“Ho creato un’atmosfera con questa collezione, qualcosa che puoi sentire quando la indossi. Jeanne Lanvin ha tratto ispirazione dalla sua vita e dal suo stile di vita. Siamo uguali in questo modo, creiamo dall’esperienza”, dichiara nel comunicato stampa Future. Le assonanze con la fondatrice del marchio francese sembrano però finire qui. La collezione Lanvin Lab by Future è stata lanciata a partire da ieri, seguiranno poi diversi drop, sulla scia del sistema distributivo caro allo streetwear. Le affinità con quanto concerne il mondo di sneakers e felpe non finiscono qui. Future, il cui profilo Instagram è seguito da oltre 24 milioni di utenti, vanta una lunga serie di collaborazioni con star amate dalla Z Generation tra cui Drake e The Weeknd, oltre ai veterani Pharrell e Kanye West, entrambi coinvolti nel fashion system di alta gamma. Il progetto con Lanvin ricalca proprio le orme dei colleghi musicisti: felpe oversize, sneakers, hoodie, pantaloni cargo, denimwear, stemmi, loghi e stampe urban. L’heritage della maison non è stato contestualizzato per aderire alla contemporaneità ma completamente accantonato in favore dell’ennesimo rilancio in chiave Z Gen.
Lanvin Lab è stato presentato come un contenitore all’interno del quale sono previste partnership creative con talenti internazionali sia affermati sia emergenti. La casa di moda aveva introdotto il progetto in seguito all’addio del direttore creativo Bruno Sialelli dopo quattro anni. Lo stilista aveva preso il posto di Olivier Lapidus a sua volta sostituto di Bouchra Jarrar. Nessun designer ha finora lasciato impresso il proprio stile come aveva fatto Alber Elbaz, alla direzione creativa della più antica maison francese per ben 14 anni, fino al 2015.
Tutti questi cambi creativi hanno sgretolato l’identità stilistica di Lanvin al punto da non avere più alcuna attinenza né con l’archivio storico né con l’inconfondibile estetica di Elbaz. L’esperimento con Future si aggiunge alla virata streetwear che ha caratterizzato il sistema del lusso nelle ultime stagioni, tendenza peraltro in calo vista l’accelerata del quiet luxury. La collezione unisex mixa salopette lograte in denim con Varsity jacket e tute in felpa cancellando i riferimenti all’allure francese del marchio in favore di crop top e capellini da baseball. I look ricordano il mood di altri marchi del lusso, tra cui nomi come Off White, Dsquared2, Amiri, Palm Angels, che vantano però paternità stilista assente nelle creazioni di Future per Lanvin.
Lanvin Group, quotato alla Borsa di New York, ha chiuso il 2022 con ricavi da 422 milioni di euro, in aumento del 37% su base annua; nei dodici mesi archiviati, l’utile lordo è ammontato a 238 milioni di euro con un margine lordo del 56%, rispetto ai 170 milioni, con margine al 55%, del 2021. A trainare la performance sul fronte della marginalità, soprattutto il marchio ammiraglio omonimo Lanvin, il cui margine lordo ha segnato un incremento del 79 per cento. Il gruppo include anche i marchi Caruso, Sergio Rossi, Wolford e St.John.