Sarà la Cina a scandire il tempo sul mercato degli orologi. Proponendosi quale ancora di salvataggio per un settore che nel 2003 ha mandato a fondo i conti del lusso. Il gigante orientale negli scorsi dodici mesi è entrato per la prima volta nella lista dei primi 15 Paesi importatori di orologi svizzeri, piazzandosi all'undicesimo posto appena dietro gli Emirati Arabi. Secondo le ultime rilevazioni dell'industria elvetica delle lancette, la Cina ha registrato un incremento del 109,3% del valore acquistato rispetto al 2002. Un incremento che assume dimensioni da record, +447%, se considerato sugli ultimi due anni. In termini assoluti, hanno preso la via di Pechino orologi per un valore di circa 197,2 milioni di franchi svizzeri (circa 126 milioni di euro), cifra ancora distante da quella raggiunta dai principali mercati (Usa e Hong Kong), ma che si avvicina a rappresentare circa un terzo dell'import italiano (735 milioni) o francese (611 milioni).
Ai dati sugli orologi che varcano la Grande Muraglia occorre peraltro aggiungere la quota di shopping messo a segno dai Mandarini a Hong Kong, tradizionale luogo di shopping per i ricchi del Far East. Proprio i turisti cinesi, rileva un recente report di Morgan Stanley, «sono stati gli unici ad aumentare nell'ex colonia nel corso del 2003». Per il resto, il tracollo turistico (in cui spicca il -37,8% dei giapponesi che si sono recati a Hong Kong) ha frenato la corsa delle lancette a livello mondiale: l'export di orologi svizzeri ha rallentato del 4,4% nel 2003. Un calo che ha condizionato i principali gruppi del lusso.
La stessa Swatch, che pure ha presentato pochi giorni fa vendite complessive non troppo distanti dalle stime (-2% sull'anno), ha registrato un netto stop della divisione componenti (ovvero le parti destinate all'alta orologeria). Peggio è andata a Bulgari, la cui divisione orologi ha terminato il 2003 in calo del 16,6% e a Lvmh. Per il gruppo di Bernard Arnault, l'area orologi e gioielli è stata la peggiore (-9%) nello scorso esercizio, al punto che la recente cessione di Ebel è stata interpretata da qualcuno come il primo passo di alleggerimento nel settore. Anche Hermes, che presenterà oggi i dati di vendita 2003, dovrebbe pagare pegno alla frenata delle lancette.
Estratto da Finanza&Mercati del 10/02/04 a cura di Pambianconews