Hermes, un impero del lusso a conduzione familiare da sei generazioni, quotato alla borsa di Parigi e con un giro d’affari di 1,2 miliardi di euro. Un marchio che ha attraversato due secoli rimanendo fedele alla filosofia del fondatore, Thierry Hermes, produttore di selle e finimenti per cavalli diventato famoso grazie alla meticolosa attenzione per la qualità e i dettagli del prodotto.
Il successo della maison, spiega Giovanni Marzi, amministratore delegato di Hermes Italia, ‘è la coerenza totale ai propri principi, la qualità estrema raggiunta ad ogni costo senza cedimenti e senza attenzione alle mode ed ai mercati’.
Nel 1999 il fatturato consolidato del gruppo ammontava a 927 milioni di euro, diventati nel 2000 1.159 (+20%) . Nel 2001 la maison ha fatturato 1.227 milioni di euro (+6% sul 2000), registrando tuttavia una decisa decelerazione delle vendite dovuta all’impatto della congiuntura mondiale negativa. In particolare i ricavi dal mercato americano hanno subito durante il 2001 una flessione del 5%.
Tra gli investimenti delle ultime generazioni ci sono gli acquisti di importanti marchi come quello inglese John Lobb per le scarpe o l’argenteria Puiforcat e la cristalleria Saint Louis.
Nel 1999 Hermes ha acquisito il 35% della casa di moda Jean Paul Gaultier, e nel 2000 ha comprato il 31% della celebre azienda tedesca Leica, produttrice di macchine fotografiche.