È stato un 2017 col botto per i capispalla, grazie all’onda lunga dello sportswear che sta investendo anche gli ambiti più tecnici e specializzati. Un po’ seguendo quanto accade nel settore delle calzature, in cui impazza il fenomeno delle sneakers a discapito delle scarpe più classiche, e della maglieria che incalza sulla camiceria, anche l’outerwear sta avendo la meglio sull’abbigliamento più formale. Sembra proprio che nei trend dei consumi a vincere sia, quindi, la comodità. Così, anche i capispalla più tecnici, destinati a vestire sciatori e alpinisti, acquisiscono connotazioni sempre più fashion sbarcando con successo negli shopping district delle città di tutto il mondo. Secondo l’analisi condotta da Pambianco Strategie di Impresa, il panel di 8 aziende (vedi infografica) tra le più rappresentative dell’outerwear italiano ha registrato lo scorso anno un fatturato aggregato di 1,8 miliardi di euro, in aumento del 16,7% sul 2016. L’aspetto macro più rilevante dell’indagine arriva al primo colpo d’occhio: tutte le aziende prese in considerazione hanno registrato importanti crescite, tutte a due cifre, fatta eccezione per una che ha comunque chiuso l’anno con il segno più. La buona salute del settore si evince poi perché la crescita è trasversale e riguarda un po’ tutti i posizionamenti. Dalla fascia più alta: Stone Island (+39%), Woolrich (Europe) (+15%), Herno (+30%) e Aspesi (+10%). A quella media: Colmar (+3%), Save The Duck (+13%) e Ciesse (+15%). Il trend resta solidamente positivo. Un discorso a parte (per dimensioni e forza) è quello di Moncler che, senza dubbio, fa la parte del leone, e può essere indicato come il traino (e benchmark) per le aziende di un settore che oggi fa gola a tanti. La company di Remo Ruffini, che ha chiuso il 2017 con un boost del 15,4% toccando quota 1,2 miliardi di euro e con utili a 249,7 milioni, è stata progenitrice dei fondi di capitale privati che hanno permesso all’azienda di avviare la sua crescita. C’è da ricordare, infatti, che la storia finanziaria di Moncler è stata caratterizzata dall’ingresso nel suo capitale di molteplici realtà come la holding Mittel, seguita dal gruppo Carlyle e dalla francese Eurazeo. Poi, dopo la quotazione in Borsa del 2013, l’azienda di piumini di lusso ha ricevuto iniezioni anche da parte di Tamburi Investment e dalla società d’investimenti di Singapore Temasek.
L’APPETITO DEI FONDI
Un fenomeno, quello delle acquisizioni, che adesso, a conferma della buona salute del settore, sta travolgendo un po’ tutti i marchi outerwear, divenuti appetibili a investitori italiani e stranieri. Il caso più recente riguarda Save The Duck che, da inizio marzo ha un nuovo assetto societario: il 65% della società di piumini guidata da Nicolas Bargi, terza generazione di imprenditori nel tessile attraverso l’azienda di famiglia Forest, è passata a Progressio Sgr con il fondo Progressio Investimenti III. Mentre Marina Salamon, prima titolare del 51% delle quote attraverso Alchimia Spa, è uscita dall’azionariato. L’azienda ha dichiarato un raddoppio del fatturato in tre anni: il brand che quattro anni fa era partito con ricavi per 7 milioni di euro, ha archiviato il 2017 con vendite a quota 31,5 milioni di euro e un ebitda del 23% a 7,2 milioni di euro, e che per il 2018, punta, con la spinta del fondo, a superare i 36 milioni con un margine atteso del 24 per cento. Protagonisti di M&A sono stati anche altri specialisti dell’outerwear come Aspesi, Herno, Ciesse e Stone Island. Il 30% di Sportswear Company (Stone Island) lo scorso agosto è stato acqusito da Temasek. Mentre, a metà 2017, la maggioranza di Alberto Aspesi è passata al fondo italiano di private equity Armònia. Circa un anno fa anche la Blue Line della famiglia Stocchi ha fatto il suo ingresso nella Sport Fashion Service dei piumini Ciesse. Insomma, il mondo della giubbotteria sta attirando sempre più investitori alimentando un mercato dell’M&A effervescente, come mai prima d’ora. E il fenomeno, a sentire gli esperti, è destinato a non passare di moda e, anzi, a intensificarsi nei prossimi anni.
di Rossana Cuoccio