Qualche giornale americano, a proposito del passaggio della maison Valentino dalla Hdp alla Marzotto, ha parlato di sintomo della crisi del lusso. Tuttavia, se l’affermazione è veritiera, lo è solo in parte. La storia della Valentino, infatti, può essere considerata un caso isolato nel panorama dell’industria della moda: la maison, in difficoltà da tempo, era passata nelle mani dell’Hdp per un possibile rilancio, ma la qualità del management di Hdp si è rivelata così bassa da impedirne la ripresa. Quindi, almeno in parte, il passaggio di Valentino ai Marzotto non è il segnale della crisi del lusso, ma semmai il segnale dell’inadeguatezza di certi manager. Questo perché la moda è diventata una vera industria e necessita di manager in grado di affrontare strutture e mercati sempre più globali.
Secondo stime offerte dalla nota società di consulenza milanese, Pambianco Strategie di Impresa, l’anno da poco chiuso è stato per le imprese del lusso italiane caratterizzato da un trend di crescita. Le Top ten, infatti, passando da 9.247 milioni di Euro del 2000 ai 10.435 del 2001 hanno registrato una crescita del 12, 8% . La classifica riporta Gucci in prima posizione con un fatturato di 2.847 mln di euro seguito a ruota da Prada (1.750), Giorgio Armani (1.270), Max Mara (1.033), Bulgari (766), Ferragamo (650), It Holding (519) Versace (508) ed infine Finpart (415).