Sengo meno per il Q3 di Puma, che si lascia alle spalle un trimestre con ricavi per 2,3 miliardi di euro, a -1,8% (+6,6% a cambi costanti) e utili che si assottigliano da 146 a 132 milioni. A scendere è anche il valore delle giacenze, oggi pari a 1,87 miliardi di euro, contro i 2,35 miliardi dello stesso periodo di un anno fa. Nel Q3 le vendite del player di Herzogenaurach sono aumentate in tutti i mercati, ma a cambi costanti: le fluttuazioni valutarie hanno avuto un impatto negativo sulle vendite in euro, ha sottolineato Puma. Quanto ai canali di vendita, il brand che – ricorda Reuters – “realizza la gran parte del suo turnover con i retailer multimarca”, ha visto il wholesale progredire del 3,1% (sempre a cambi costanti), mentre le vendite attraverso i dos e il sito web sono aumentate del 17,4 per cento. Nel complesso dei nove mesi, il gruppo dello sportswear ha generato un giro d’affari di oltre 6,6 miliardi di euro, in aumento del 5,6% (+10,3% a cambi costanti). Anche in questo caso, i profitti hanno evidenziato una flessione da 352,1 a 304 milioni di euro.
L’azienda ha comunque confermato l’obiettivo di un utile operativo annuale tra i 590 e i 670 milioni di euro. Puma ha inoltre dichiarato di aspettarsi un “forte miglioramento della redditività” nel Q4, grazie alla riduzione dei costi di marketing, di approvvigionamento e di trasporto, nonostante il quadro negativo della domanda dei consumatori. “Sebbene il mercato continui a subire significative avversità macroeconomiche e il 2023 rimanga un anno di transizione, abbiamo superato il mercato”, ha dichiarato nella nota il CEO di Puma, Arne Freundt.
Nella giornata di ieri, le azioni di Puma hanno segnato rialzi fino al 4 per cento. In mattinata, invece, il titolo perdeva il 2% circa alla Borsa di Francoforte.