Sono lontani i tempi in cui l’effetto del Covid-19 aveva impattato i listini delle Borse mondiali mandando in altalena tutte (o quasi) le aziende quotate. Dopo alcuni mesi di difficoltà, infatti, i titoli della moda, e soprattutto del lusso, hanno invertito la tendenza, ricominciando a correre e facendo segnare record storici. In particolare, il mese di giugno 2021, probabilmente come riflesso di una ormai superata fase critica del Covid, verrà ricordato come momento di accelerazione dei valori sui listini, con titoli italiani (Cucinelli e Moncler) a segnare i massimi assoluti, o a rivedere livelli mai più raggiunti dal 2017 (Tod’s), in parallelo ai cugini del lusso d’Oltralpe (Lvmh, Kering, Hermes) che in questo mese hanno messo a segno un ulteriore rimbalzo.
L’approfondimento sull’andamento in Borsa delle aziende della moda e del lusso nell’ultimo anno sarà pubblicato nel numero in uscita di Pambianco Magazine.
Peraltro, la situazione di euforia ha prodotto effetti anche sulle operazioni straordinarie. Nell’anno dell’emergenza sanitaria, il comparto del fashion & luxury mondiale non è stato immobile. Anzi, la seconda metà del 2020 è stata caratterizzata da una serie di importanti M&A, e in più di un caso, ad attivare un consolidamento che sta proseguendo nel 2021, è stato lo stesso Covid-19.
Tra le operazioni più significative, quella di Stone Island da parte di Moncler. Con questa operazione, dal valore di 1,15 miliardi di euro pari a un multiplo di 16,6 volte il margine operativo lordo per il 2020 di 68 milioni con un margine del 28% sul fatturato e a un multiplo di 13,5 volte le stime di ebitda 2021, i due brand italiani rafforzeranno infatti la loro capacità di essere interpreti delle evoluzioni dei codici culturali delle nuove generazioni consolidando il loro posizionamento all’interno del segmento del nuovo lusso. A livello internazionale, Vf Corporation ha acquistato Supreme: l’operazione per il controllo del 100% della label fondata da James Jebbia si è conclusa con un prezzo di acquisto base aggregato di 2,1 miliardi di dollari con un multiplo di valutazione di 15 volte Ev/Ebitda. L’acquisto servirà a Vf per accelerare la trasformazione del suo modello di business iper-digitale, incentrato sulla vendita al dettaglio e sul consumatore. Con l’inizio dell’anno nuovo si è conclusa anche una delle operazioni più discusse, quella tra Lvmh e Tiffany, annunciata nel novembre 2019 e che nel corso del 2020 è passata attraverso uno scontro legale tra i due gruppi. Già ad ottobre, però, l’azienda newyorkese di gioielleria aveva accettato la nuova proposta d’acquisto del colosso di Bernard Arnault, che ha abbassato l’offerta a 131,5 dollari per azione, dai 135 dollari originariamente pattuiti. In questo modo, Lvmh ha ottenuto uno sconto del 2,5% sull’offerta iniziale, che si traduce in una somma attorno ai 400 milioni di euro. Il valore dell’operazione è di 15,8 miliardi di dollari e il multiplo dell’operazione si è attestato a 17,60, maggiore rispetto al multiplo di mercato (Ev/Ebitda) della stessa pari a 16,52.